ROMA – «Nell’ambito della negoziazione e identificazione di questo percorso per lo stabilimento Gkn di Campi Bisenzio, l’azienda ha assicurato che non ha interesse ad attivare la procedura di licenziamenti, ma chiaramente di ottemperare come deve a quello che è stato richiesto dal tribunale». Lo ha affermato Alessandra Todde, viceministra per lo Sviluppo economico, parlando al termine del tavolo di oggi al Mise.
Per la vertenza Gkn vi sarà un advisor affiancato dal Mise. Lo ha riferito la vice ministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde, al termine dell’incontro con azienda, sindacati ed istituzioni locali, assicurando che il ministero fornirà tutti gli strumenti a disposizione. Sarà un advisor – ha detto Todde – di massima professionalità e il Mise propone Invitalia che potrà mettere in campo gli strumenti a supporto, tra cui fondo di salvaguardia. Salvaguardia produzione e posti di lavoro.
Al Tavolo Gkn al Mise hanno partecipato tra gli altri il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, rappresentanti del ministero del Lavoro, della prefettura di Firenze, della città metropolitana di Firenze, del sindaco di Campi Bisenzio e i sindacati. L’azienda era presente in collegamento.
Fiom-Cgil: sui licenziamenti vedremo i fatti. «Dopo una lunga discussione abbiamo ottenuto che il Mise si è fatto garante per l’azienda della non riapertura della procedura di licenziamento e dell’avvio di un confronto: verificheremo nelle prossime settimane se alle parole spese dall’azienda seguiranno i fatti». Lo dichiarano Fiom-Cgil, in una nota diffusa dopo l’incontro di oggi al Mise sulla vertenza della Gkn di Campi Bisenzio. Per la Fiom-Cgil l’obiettivo della trattativa resta la continuità produttiva ed occupazionale dello stabilimento di Campi Bisenzio ed occorre disporre di tutto il tempo utile alla gestione della vertenza, dichiarano Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze e Prato e Silvia Spera, area politiche industriali per la Cgil nazionale. Rimane da parte nostra la richiesta di ritiro della messa in liquidazione dell’azienda – aggiungono – perché riteniamo un’anomalia il confronto con un liquidatore al posto di un amministratore delegato. Inoltre, conclude la Fiom, chiediamo al governo l’apertura di un confronto e rapido sul decreto anti delocalizzazioni perché rischiamo di non aver più tempo.