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Rottamazione ter, fiasco annunciato. Si pensa all’edizione quater, ma intanto il fisco tartassa dipendenti e pensionati


ANSA/LUCA ZENNARO

Anche la terza rottamazione delle cartelle non si sta dimostrando un successo per le casse dello Stato, visto che difficilmente quasi la metà dei  contribuenti salderà i propri debiti. Tanto che si pensa già a una rottamazione quater per far quadrare i conti,

Dall’ultimo rapporto del Centro studi di Unimpresa sulle cartelle esattoriali risulta che quasi la metà del magazzino sarebbe difficilmente incassabile. Si tratta di circa 400 miliardi di euro sui 999 complessivi accumulati alla fine del 2020 e il cui recupero assorbe risorse pubbliche che potrebbero essere investite in maniera più efficiente facendo sparire almeno una parte della somma. Per questo si inizia a parlare di rottamazione quater. Analizzando nel dettaglio i ruoli inevasi si scopre inoltre che il 78% ha un importo inferiore ai 1.000 euro. Queste 178 milioni di pratiche contribuiscono al debito totale per soli 56 miliardi di euro. Dell’ammontare complessivo, inoltre, 343 miliardi, dunque il 34,4%, corrispondono a pretese tributarie di oltre 10 anni fa.

Viene recuperata solo poco più della metà, il 55%, dei 16 milioni di nuove cartelle emesse ogni anno, ed è questo un aggravio di spesa per lo stato, visto che tentare il recupero delle posizioni al di sotto dei 1.000 euro può rivelarsi particolarmente oneroso per il fisco, o comunque non conveniente. I costi spesso supererebbero i benefici ottenuti dall’incasso finale.

Inoltre ben 133 miliardi di euro del magazzino fiscale appartengono a persone fisiche decedute o ad aziende cessate e fallite, e altri 152 miliardi a imprese in fallimento. Per questi casi, di fatto irrecuperabili, continuano a essere investiti tempo, denaro e risorse umane da parte degli agenti di riscossione.

La soluzione potrebbe essere quella di introdurre ancora una volta lo stralcio delle cartelle fiscali che tenga conto di questi fattori ed elimini i ruoli, iniziando con i recidivi con debiti particolarmente bassi, al fine di instaurare nuovamente un rapporto tra Fisco e cittadini e imprese in difficoltà, che evadono perché impossibilitati al pagamento.

Il Governo si starebbe muovendo in questa direzione, come annunciato in audizione davanti alle Commissioni bilancio della Camera e del Senato dal ministro Daniele Franco. Il capo del Mef ha fatto sapere che potrebbe presto arrivare la rottamazione quater. Il ministro ha di recente parlato della Nadef e della proroga di molti bonus, come vi abbiamo spiegato qui. La nuova manovra interesserebbe le cartelle esattoriali relative agli anni 2018 e 2019, quindi al periodo pre Covid, con una nuova proroga dei termini delle notifiche di questi ruoli. La strategia sarebbe quella di permettere a famiglie e imprese di tornare in regola e ricominciare a pagare le tasse.

Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha fatto sapere che le cartelle relative al periodo 2020 e 2021 interessano 18 milioni di contribuenti, in particolare persone fisiche. Senza una nuova decisione da parte del Governo, l’anno prossimo inizierà la consegna di questi ruoli, considerando la ripresa delle attività del Fisco dopo quasi due anni di sospensione dell’invio di tutti gli atti dell’amministrazione finanziaria.

Tutti i ruoli e i crediti che si sono formati durante il difficile periodo dell’emergenza sanitaria sono dunque pronti a partire, e potrebbero pesare in particolare sulle tasche degli italiani già in debito con lo Stato e che difficilmente, a fronte di un nuovo debito, riusciranno a pagare. Nonostante promesse di semplificazione, riduzioni delle tasse e altre amenità di questo tipo, il governo si appresta a tartassare ancor di più i contribuenti italiani, in particolare i percettori di reddito fisso e i pensionati. In barba ai proclami di Draghi e Franco, che predicano bene e razzolano male, e alle buone intenzioni, almeno sulla carta, di Lega e Forza Italia che (vedasi sproloqui dei vari Salvini, Gelmini e Tajani) sostengono sempre di essere al governo per difendere gli italiani dal peso fiscale, finora con risultati nulli o risibili. Vedremo in futuro se qualcosa cambierà, ma lo riteniamo improbabile.

 

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