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Unicost contro Renzi: suo comportamento conferma pericolosità approvazione responsabilità civile pm

ROMA – La prova che la magistratura non vuole pagare per i suoi errori e non accetta nessuna riforma viene dalla reazione della corrente di destra del sindacato dei magistrati Unicost nei confronti di Renzi che ha osato denunciare penalmente i pm. Non contenti che saranno eventualmente altri membri della casta a giudicare i colleghi, il sindcato condanna l’azione del senatore fiorentino:

“Occorre chiarire che i pubblici ministeri si sono mossi all’interno delle prerogative che il sistema assegna loro. Hanno raccolto elementi che valutano sufficienti a sostenere in giudizio un’accusa ed hanno richiesto il rinvio a giudizio. Sarà il Gup e poi l’eventuale processo a verificare l’accusa. Questo è quello che accade sempre sulla base del sistema di norme che regola il processo penale. In un sistema in cui non esiste l’immunità parlamentare processuale, questo è quello che accade anche quando imputato è un parlamentare”. Così all’AdnKronos Rossella Marro, presidente nazionale Unicost, dopo la reazione di Renzi nei confronti dei magistrati di Firenze che nell’ambito dell’inchiesta ‘Open’ hanno chiesto, fra gli altri, il suo rinvio a giudizio.
“Il senatore Renzi – osserva Marro – ha reagito denunciando penalmente i pubblici ministeri. Questa evenienza dimostra quanto sia pericoloso il quesito referendario che intende introdurre la responsabilità
civile ‘diretta’ dei magistrati, che sarebbero esposti verosimilmente a continue denunce e quindi pressioni in relazione ad atti in cui si estrinseca l’esercizio delle funzioni”. “Peraltro – conclude -, quello che è paradossale è che se un pubblico ministero, in presenza di elementi idonei a sostenere in giudizio l’accusa, omettesse di rimettere la valutazione al Gup, potrebbe incorrere in gravi responsabilità disciplinari per violazione del principio di obbligatorietà dell’azione penale”. Un principio, aggiungiamo noi, che è inerpretato molto discrezionakmente invece da molti pm, per i quali sono obbligatorie spesso le azioni penali che maggiormente gradiscono e che portano maggiore popolarità. Invece è giusto che i magistrati che sbagliano paghino in termini di penalizzazioni in carriera e di risarcimenti, come tutti gli altri pubblici dipendenti. Basta con questi privilegi giustificati dalla scusa dell’indipendenza della magistratura. Diamo piena attuazione a quanto il popolo itaiano decise con il precedente referendum sulla responsabilità dei magistrati, il cui effetto è stato, per le pressioni della magistratura e l’accondiscendenza delle sinistre, che se un m magistrato sbaglia paga lo Stato. Troppo comodo….

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