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Fisco all’attacco: anche interventi forzosi sui conti correnti dei debitori. In partenza milioni di cartelle di riscossione

Draghi e il ministro Franco

Il governo parte di nuovo in cerca di recuperare fondi per sostenere le spese per la sanità e gli aiuti enormi (anche in armi) all’Ucraina, e a tal fine scatena il fisco contro i contribuenti in debito con l’Agenzia delle entrate. Sono in arrivo infatti milioni di avvisi di pagamento a carico dei cittadini che non hanno pagato o potuto pagare. La notizia è riportata con evidenza da alcuni quotidiani finanziari. che ne avevano descritto anche le precise modalità.

Dopo le sospensioni limitate e temporanee causa pandemia, l’attività di prelievo fiscale sta ripartendo a ritmo frenetico, spinta dalla politica. Una pioggia di avvisi infatti è stata scatenata in queste ore, ai quali gli interessati dovranno rispondere in tempi molto, molto stretti.

L’accelerazione è dovuta alla mole di crediti non incassati dalle Entrate e che di fatto rischiano di finire nel nulla con un mancato gettito per l’Erario, Per questo il Fisco intima, con gli avvisi in arrivo, al contribuente di pagare le somme dovute entro soli 5 giorni. Poi scatta la riscossione con prelievo coattivo. Un vero e proprio tornado fiscale che a quanto pare si sta abbattendo su milioni di italiani. Non si tratta peraltro di un sistema d’intervento nuovo, visto che l’allarme era già stato lanciato in passato dalle associazioni dei consumatori.

Sarebbero  già pronte cartelle in capo a oltre 10 milioni di cittadini iscritti a ruolo. Il numero uno dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in audizione in commissione Camera-Senato riunite, aveva parlato di un magazzino delle cartelle ormai fuori controllo. “Annualmente in agenzia entrate riscossione entrano 70 miliardi di crediti da riscuotere e la riscossione normale, pre-pandemia, sta sotto i 10 miliardi di riscossione ottenuta”, ha spiegato lo stesso Ruffini. Le stime totali, dunque, sono rilevanti e i vertici politici hanno dato il benestare per partire con il salasso per milioni di italiani.

Evidentemente Draghi e Franco stimano che i 200 miliardi che verranno dall’Europa (non gratis, dovremo restituirli a tassi non risibili) non basteranno a soddisfare tutte le richieste che ministeri, enti pubblici e soprattutto regioni e comuni hanno avanzato nei loro Pnrr da inviare alla Commissione Ue. Che li guarderà con occhi severi magari eliminando tutte quelle spese richieste per motivi elettorali o di clientele da soddisfare, sport nel quale noi italiani, soprattutto gli enti territoriali di qualsiasi colore o maggioranza, siamo campioni del mondo. E dunque Draghi e Franco, da bravi banchieri e economisti avveduti, si preparano, in caso di mancati proventi da Bruxelles, a recuperare il denaro non riscosso. Non ha funzionato, evidentemente, la richiesta di eliminare le cartelle sotto una certa soglia.

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Ezzelino da Montepulico


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