Maggio Musicale: affascina il pubblico «Acis et Galatée» di Lulli, ben diretta da Sardelli

FIRENZE – L’84° Maggio Musicale Fiorentino chiude in bellezza la sezione lirica con un titolo davvero da festival, mai rappresentato a Firenze e nemmeno in Italia: Acis et Galatée di Giovanni Battista Lulli, cui il pubblico ha tributato lunghi e meritati applausi nell’Auditorium del Teatro del Maggio. Festeggiati soprattutto il direttore Federico Maria Sardelli, che, integrando l’Orchestra del Maggio con alcuni elementi della sua Modo Antiquo e dotandola di strumenti originali, ne ha fatto un ensemble barocco cui dava il tempo con la mazza (proprio come quella con cui Lulli, ormai da tempo Lully, si procurò la ferita al piede che si infettò e lo portò alla morte), la deliziosa protagonista Elena Harsányi, interprete convincente dalla voce ben timbrata e dalla dizione curata, e il basso Luigi De Donato, un Polyphème tanto temibile nelle sue ire quanto comico nei goffi tentativi di sedurre Galatée; molto apprezzate anche le coreografie di Gudrun Skamletz, che danzava sul palco insieme a Caroline Ducrest, Robert Le Nuz e Alberto Arcos, ed efficaci gli interventi del Coro del Maggio, nascosto nella buca dell’orchestra; buona la resa complessiva di tutto il cast. Per la regia è stato chiamato un nome molto noto Oltralpe, Benjamin Lazar, che ha ricostruito una scena pastorale sostanzialmente fedele al libretto, ma nella quale si scivola da un prologo che trasforma l’apoteosi mitologica in onore del Delfino di Francia (la prima fu il giorno del suo compleanno, il 6 settembre 1686) in una festa campestre contemporanea con pantomima scherzosa; uno spettacolo nel complesso gradevole.

Il fiorentino Lulli, precoce talento della musica e della danza portato via a neanche 14 anni dalla Duchessa d’Orléans, cugina di Luigi XIV, e poi entrato nelle grazie di quest’ultimo, trionfa a poche decine di metri dalla chiesetta in cui fu battezzato, Santa Lucia al Prato; è sorprendente che, in quasi cent’anni di vita, il Maggio non ne avesse ancora riproposto i gioielli operistici (come noto, il compositore ebbe un’importanza fondamentale per definire quella che sarà l’opera francese); felicemente, a 390 anni dalla nascita, la città si è ricordata di lui, appoggiando anche un progetto internazionale, la creazione dell’Istituto Gianbattista Lulli, che fa sperare che la riscoperta italiana di Acis et Galatée (regolarmente rappresentata in Francia) non sarà una meteora.

Due sole le repliche rimaste, sabato 9 luglio alle 18 e lunedì 11 alle 20 (quest’ultima a metà prezzo, col contributo della Fondazione Cassa di Risparmio); biglietti acquistabili anche direttamente sul sito del Maggio senza sovrapprezzo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *