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Alla Certosa di Firenze debutta Fil_Armonia, festival di musica e spiritualità a ingresso libero

Nima Keshavarzi, direttore de La Filharmonie (foto Caterina Ciabatti)

FIRENZE – Otto appuntamenti a ingresso libero per “riaccordare” il mondo e imparare nuovamente ad ascoltarlo: dal 4 al 16 settembre la Certosa di Firenze (Via della Certosa, 1) ospita Fil_Armonia, festival di musica e spiritualità, ideato e prodotto da La Filharmonie, orchestra toscana composta da musicisti under 35, con la direzione artistica di Giulio Arnofi e la direzione musicale di Nima Keshavarzi. Sei concerti e due conferenze pensate per stimolare una riflessione sull’essere umano e il suo rapporto con la natura.

La musica entra nel luogo del silenzio: il complesso monumentale della Certosa, costruito nel XIV secolo alle porte della città, è stato infatti abitato per secoli dai monaci certosini che facevano del silenzio il metodo principale di relazione con la propria individualità, la comunità e il mondo. Oggi la Certosa è custodita dalla Comunità di San Leolino, che vi promuove iniziative culturali e spirituali.

In linea con la storia passata e presente della Certosa, La Filharmonie ha strutturato una rassegna di concerti, conferenze e spettacoli multidisciplinari che mette al centro la musica e la nozione di armonia. Si tratta dell’inizio di un ciclo: questa prima edizione del festival Fil_Armonia è dedicata al tema della spiritualità, intesa nel senso più ampio possibile come dimensione in cui trovare un nuovo equilibrio con se stessi, gli altri e il mondo di cui facciamo parte. Le conferenze approfondiranno le relazioni tra musica, arti visive, filosofia e spiritualità mentre il programma musicale è dedicato in gran parte al Novecento e alla contemporaneità e si presenta come un viaggio attraverso brani caratterizzati da sensibilità molto diverse ma uniti dal filo rosso delle tematiche del festival.

Il luogo scelto è quantomai appropriato per un altro grande tema di Fil_Armonia: l’ecologia acustica, causa di comprovati danni psicologici e fisici per le persone e per il mondo animale. Una maggior consapevolezza del suono può aiutare a ripensare la progettazione delle aree urbane. Ma non solo: può favorire l’ascolto di sé stessi e del mondo.

“Fil_Armonia in italiano è una parola inventata. Il significato, però, è chiarissimo – dichiara Paolo Cognetti, tra gli ideatori del festival – ed esprime l’amore per l’ideale classico di un mondo musicalmente ordinato, prima dello «strappo nel cielo di carta» di pirandelliana memoria. Non si tratta di nostalgia del tempo perduto, ma di una ricerca diretta a ritrovare l’equilibrio dell’essere umano con sé stesso e con la natura, come profonda connessione di ogni cosa. E davvero questa riconciliazione sembra quanto mai necessaria oggi, dopo due anni dall’inizio della pandemia di COVID-19, con le conseguenze economiche e sociali che ne sono derivate e l’incertezza per il futuro, aggravata dalla guerra esplosa in Ucraina, ai confini dell’Europa. Ancora una volta dobbiamo interrogarci sul senso della nostra identità, non solo culturale, dobbiamo chiederci chi siamo e chi vogliamo essere, pena la definitiva decadenza delle nostre società. Siamo convinti che la musica possa contribuire a sanare il nostro mondo scordato con il suo potere curativo perché aiuta a migliorare la capacità di ascoltare e nel suo essere un atto creativo può opporsi, simbolicamente ma non solo, alle forze distruttive – la guerra ne è la quintessenza – e rivelare un terreno fecondo sul quale intraprendere percorsi di trasformazione”.

Fondata nel 2016, La Filharmonie – Orchestra Filarmonica di Firenze è tra i sette complessi strumentali giovanili riconosciuti e sostenuti dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali in Italia, è stata inoltre vincitrice del concorso Smart&Coop 2017 sostenuto dalla Fondazione CR Firenze e Legacoop Toscana come migliore start-up culturale sul territorio. L’Orchestra, con i suoi oltre quaranta elementi, affronta flessibilmente la musica sinfonica e cameristica, il teatro musicale, l’opera e il balletto e le nuove forme espressive. La sua Stagione di Opera, Balletto e Concerti è frutto di una costante ricerca di elementi d’innovazione, delle nuove sonorità e nuovi allestimenti in dialogo con il grande repertorio lirico-sinfonico.

Il programma si aprirà domenica 4 settembre alle ore 21 nella Cappella Santa Maria con “La fine dei tempi”, in cui il quartetto composto da Emilio Checchini al clarinetto, Clara Franziska Schoetensack al violino, Stefano Aiolli al violoncello e Marlene Fuochi al pianoforte eseguirà il Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen, una delle composizioni più straordinarie del ventesimo secolo: scritto nel campo di prigionia Stalaag VIII-A e ispirato direttamente all’Apocalisse di Giovanni nel Nuovo Testamento, affronta, con una prospettiva estremamente originale, il problema del tempo.

Tra gli appuntamenti da non perdere, la nuova produzione, in collaborazione con associazione Zera, “Suite Pasolini”, nell’anniversario dalla nascita di Pasolini, che si terrà domenica 11 settembre nella Pinacoteca del Pontormo. Per la regia di Alessia De Rosa, l’attore e drammaturgo Andrea Bruni e la formazione “DUOroboros” composta da Dagmar Bathmann (voce e violoncello) e Omar Cecchi alle percussioni, sonderà tra parole e musica il forte legame tra le opere di Bach e la vita e l’arte di Pasolini.

La chiusura, il 16 settembre nella Pinacoteca del Pontormo, è affidata a “Musica Eterna”. L’Orchestra La Filharmonie, diretta dal maestro Keshavarzi, proporrà un concerto per rileggere in modo differente il passato musicale. Frutto di una residenza artistica presso La Certosa, l’ascolto di Antiche danze e arie per liuto di Ottorino Respighi, Cantus in memoriam Benjamin Brittendi Arvo Pärt e la Serenata op. 48 di Pëtr Il’ič Čajkovskij cercherà di proiettarci con forza nell’interiorità, per il recupero di una capacità di ascolto.

Completano il programma i concerti “Verso la luce”, in cui Alberto Bologni al violino e Giuseppe Bruno al pianoforte eseguiranno alcune delle perle più rare del repertorio novecentesco e contemporaneo di Arvo Pärt, Franz Liszt, Peter Fribbins, Ildebrando Pizzetti e Valentin Silvestrov, in un viaggio attraverso l’oscurità e la luce, l’azione e la contemplazione, il dolore e la gioia, cercando di recuperare un nuovo orizzonte di senso (8/09); “Luoghi Ritrovati”, in cui il trio composto da Heita Giacomo Ferracci al violino, Francesco Canfailla al violoncello e Anna Farkas al pianoforte indagherà la dimensione della relazione, dai “Luoghi ritrovatidi Thomas Adés – acqua, la montagna, i campi, la città – al Trio per pianoforte e archi N.2 di Dimitri Shostakovich, una delle più toccanti e poetiche testimonianze di amicizia nella storia della musica fatta con un linguaggio che fonde mirabilmente alcuni elementi del classicismo con le istanze della contemporaneità (9/09). E ancora: “Meditazione in musica”, in cui Paolo Cognetti eseguirà il nuovo album per pianoforte solo “Spring Will Come: i brani si presentano come meditazioni, spazi uditivi in cui poter risiedere con le proprie emozioni e i propri pensieri, nel tentativo di sfruttare il potere curativo della musica e di acquisire maggiore consapevolezza di sé in vista di una vita più autentica, intensa e serena (15/09).

Infine, due conferenze nella Sala Pio VI: “Musica, arte e spiritualità”, un dialogo tra lo storico della musica Alberto Batisti e lo storico dell’arte Carlo Sisi sul rapporto delle tre nel Novecento (6/09 ore 18), e “Musica e spiritualità” in cui il musicologo Daniele Spini, il filosofo Giuseppe Cognetti e Don Carmelo Mezzasalma della Comunità di San Leolino affronteranno il cuore tematico di Fil_Armonia, cercando di approfondire la nozione di spiritualità e di fornire un profilo storico dei suoi rapporti con la musica della tradizione classica europea.

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