Elisabetta II a Buckingham Palace per l’ultima volta. Addio in grande stile. Russia esclusa dai funerali

Fiori davanti a Buckingham Palace per l’ultimo omaggio alla regina Elisabetta II (Photo by Daniel LEAL / AFP)

Ci saranno i capi di Stato: compreso Sergio Mattarella, che sarà accolto dall’applauso dei londinesi, al funerale della regina Elisabetta, lunedì 19 settembre. Mancherà Putin, ma soprattutto non potrà esserci nessuna rappresentanza della Russia. Le sanzioni per la guerra in Ucraina comportano anche il divieto d’intervenire ai grandi eventi mondiali, lieti o tristi che siano. Insomma: Mosca fuori dal “giro”.

BUCKINGHAM PALACE – Ma non è il solo, Putin, a non essere ammesso, per volere del governo Tory della neo premier Liz Truss, a causa della guerra in Ucraina. Non invitate, e quindi sgradite, la Bielorussia, alleata del Cremlino, e la Birmania golpista. La Truss è ferma nelle sue decisioni: assomiglia alla Thatcher? Per ora sembra averne il piglio. Non vuole chi non le piace. I funerali di Sua Maestà saranno un momento di grande partecipazione per il Regno Unito e non solo. Elisabetta è tornata a Buckingham Palace: oltre i cancelli di quel maniero che lei per prima non ha amato nemmeno poi tanto, e che, tuttavia, è stata la “sua” residenza ufficiale nel cuore di Londra fin da quando, appena 26enne, salì sul trono di San Giacomo nel 1952. Un luogo in cui torna ora chiusa in una bara, dopo aver essere chiuso i conti l’8 settembre con un pagina di storia a 96 anni d’età nel rifugio della residenza scozzese di Balmoral. Accompagnata dalla commozione e dall’omaggio di un popolo che si sta riversando in massa per le strade dell’isola: quel popolo che non più di tre mesi fa l’aveva celebrata festante in occasione del Giubileo di Platino di un regno da record.

RE CARLO – La giornata dell’ultimo volo della sovrana globe trotter (117 Paesi visitati durante la sua esistenza) ha preso le mosse ancora a Edimburgo, laddove si è compiuto il primo momento di esibizione al pubblico del feretro. Salutato in 24 ore di apertura della camera ardente da oltre 26.000 persone, non poche delle quali in lacrime, nella cattedrale di St Giles, fra le cui navate a inaugurare la prima veglia erano stati i quattro figli di Sua Maestà: re Carlo III e i principi Anna, Andrea ed Edoardo. Dal centro della capitale della Scozia – terra indocile del Regno quanto cara alla matriarca di casa Windsor, la cui gente non ha fatto mancare il suo calore presentandosi nell’ordine delle centinaia di migliaia sul ciglio delle strade e delle piazze per inchinarsi al corteo funebre – le spoglie di Elisabetta II sono state infine trasferite all’aeroporto. Dove, al suono degli onori militari del Royal Regiment of Scotland, la bara avvolta nello stendardo reale è stata caricata su un mastodontico cargo C-17 Globemaster della Raf (a bordo del quale è salita pure la principessa Anna) per il tragitto verso la base di Northolt. E da lì, per strada, in direzione di Londra e del palazzo.

TAMIGI – L’antipasto di un altro bagno di folla, in previsione di quello vero: dei milioni di persone attese a partire da domani, quando il catafalco sarà esposto per 4 giorni al tributo di chi vorrà mettersi in coda per ore a Westminster Hall. Sino alla vigilia del solenne funerale di Stato, il primo officiato in riva al Tamigi da quello riservato nel 1965 al primo ministro della Vittoria (e primo capo del governo dell’era elisabettiana), Winston Churchill, destinato a chiudersi con la tumulazione della figlia di Giorgio VI nel castello di Windsor, presso la cappella di St George: accanto ai resti del principe consorte Filippo morto quasi centenario nell’aprile 2021 dopo 73 anni di matrimonio. Esequie a cui sono stati già invitati oltre 500 dignitari stranieri da ogni angolo del pianeta, inclusi capi di Stato e di governo come il leader della Casa Bianca, Joe Biden, per gli Usa, o, come detto, il presidente Sergio Mattarella per l’Italia.

FAMIGLIA – A vegliare Elisabetta sarà ancora la sua famiglia, figli e nipoti. Re Carlo in testa, primogenito ed erede chiamato ad accoglierla in una serata piovosa a Buckingham Palace, assieme alla regina consorte Camilla, appena rientrato dall’Irlanda del Nord: seconda meta, dopo quella scozzese, di un tour da neo monarca fra le nazioni del Regno iniziato non a caso nelle più turbolente, all’insegna dell’impegno alla continuità degli sforzi in favore dell’unità e della riconciliazione che sono stati una costante di vita della sua “amata madre”. Come tutti o quasi tutti – salvo l’eccezione di qualche voce anti monarchica trattata talora sin troppo sbrigativamente da un capillare apparato di polizia – riconoscono nelle ore del passo d’addio.

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