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Stazioni di polizia cinesi: Ong spagnola sostiene che nel mondo ce ne sarebbero 54. Anche a Firenze e Prato

Controlli nei capannoni cinesi di Prato
Controlli nei capannoni cinesi di Prato

Infuria da qualche giorno la polemica sulla presunta presenza di stazioni di polizia cinesi nel mondo, in particolare in Europa, col fine di controllare i dissidenti riparati all’estero. I media olandesi hanno accusato la Cina di aver costituito due “stazioni di polizia” non dichiarate e illegali in Olanda per tentare di silenziare i dissidenti rifugiatisi in quel paese. Il ministero degli Esteri di Pechino, dal canto suo, ha respinto le accuse provenienti da Amsterdam.

L’inchiesta olandese sarebbe partita da un rapporto pubblicato quest’anno dall’ong spagnola Safeguard Defenders, secondo il quale due province cinesi avrebbero costituito 54 “centri di servizio di polizia all’estero” in 21 paesi di tutto il mondo. La maggior parte di questi sarebbero in Europa, otto in Spagna e quattro in Italia (Roma, Milano, Firenze e Prato).

Ufficialmente queste unità svolgerebbero operazioni amministrative nella lotta al crimine transnazionale e servirebbero per il rinnovo delle patenti cinesi. Ma, secondo Safeguard Defenders, in realtà sarebbero impegnate a realizzare “operazioni di persuasione” contro dissidenti nel tentativo di costringerli a tornare in patria. Ce ne sarebbero alcune anche in Italia, e una delle città nel mirino sarebbe Prato.

Per questo il giornale La Nazione, cronaca di Prato, ha voluto verificare la situazione. Mentre ancora non risulterebbero, almeno ufficialmente, iniziative per la supposta esistenza di analogo insediamento anche a Firenze.

Il giornale riferisce che “presso l’associazione culturale della comunità cinese di Fujian a Prato, finita sulla stampa internazionale per la presenza dallo scorso marzo di una stazione di polizia cinese, non esisterebbero più tracce di questa presenza”. Il responsabile dell’Associazione avrebbe dichiarato: “Qui è tutto regolare, facciamo solo fogli e documenti per aiutare i cinesi con il rinnovo della patente. Non c’è polizia, non esiste la polizia cinese qui. Troppe cose sono state dette e allora adesso chiudiamo. Alla Cina non piacciono tutte le cose che sono state dette. Meglio chiudere, non facciamo più pratiche patenti così smetteranno di parlare”.

Le autorità di Pechino sostengono che non si tratti affatto di stazioni di polizia illegali ma di “centri di servizi” per i cittadini cinesi, resi necessari dopo lo scoppio della pandemia del Covid-19 al fine di aiutare i connazionali all’estero nel rinnovo dei documenti.

Continuano però, anche in altri Paesi d’Europa, le verifiche sugli insediamenti segnalati, per controllare se effettivamente l’attività svolta corrisponda a quella ufficialmente denunciata. Ci sarebbero infatti, secondo il rapporto della Ong spagnola, 54 stazioni di polizia cinesi in tutto il mondo, con 21 Paesi coinvolti. In Europa 3 sarebbero in Francia, tutte basate a Parigi, 8 in Spagna, 4 in Italia, 3 in Portogallo, 2 in Ungheria. In Germania ci sarebbe invece una sola ‘antenna’, a Francoforte.

Vedremo quali saranno gli esiti degli accertamenti disposti, ma, nonostante tutto, sarebbe opportuno che la denuncia dell’Ong spagnola, pur se non suffragata da prove concrete, venisse sottoposta a verifiche attente e circostanziate da parte delle Autorità nazionali.

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cina, Italia, stazioni polizia, Toscana

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