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Commercio: Bankitalia sostiene che è più costoso gestire il contante rispetto alle carte. E l’Antitrust accende un faro su Bancomat

Carte di credito

Bankitalia sostiene che, per i commercianti, considerati i costi legati a sicurezza, furti, trasporto e assicurazione, sia più oneroso gestire il contante che non i pagamenti con le carte. Ma il mondo del commercio ribadisce che per rendere realmente convenienti tutti gli strumenti elettronici andrebbero tagliati costi e commissioni. Intanto Antitrust annuncia di aver chiuso un’istruttoria su Bancomat, annunciando di aver notato restrizioni a danno dei consumatori.

Ma andiamo per ordine. “Con riferimento agli oneri legati alle transazioni effettuate mediante strumenti di pagamento elettronici – ha detto Fabrizio Balassone di Bankitalia oggi in audizione sulla manovra economica – è opportuno ricordare che anche il contante ha costi legati alla sicurezza (come quelli connessi con furti, trasporto valori, assicurazione). Nostre stime relative al 2016 indicano che, per gli esercenti, il costo del contante in percentuale dell’importo della transazione è superiore a quello delle carte di debito e credito”.

Il mondo del commercio ribadisce di non aver nessuna preclusione all’uso delle carte ma chiede un occhio di riguardo soprattutto per alcune categorie di esercenti i cui margini rischiano di essere schiacciati se non addirittura azzerati sotto il peso degli oneri della moneta elettronica. “Noi saremmo per un mondo cashless ma i costi non si scarichino solo sugli esercenti”, affermano i rappresentanti di Confesercenti.

Tutto il mondo del commercio concorda sul fatto che i costi di gestione del contante sono più un aspetto “macro”, che non interessa direttamente i piccoli esercizi commerciali, per i quali l’eventuale problema è rappresentato semmai dal pericolo di rapine o di banconote false. Tema quest’ultimo che potrebbe essere risolto con l’uso più diffuso delle carte ma, di nuovo, a patto di ridurre le commissioni o addirittura di azzerarle su alcune tipologie di esercizi e prodotti per i quali, spiegano, “i margini sono talmente bassi che rischiano di essere erosi dagli oneri delle carte”.

A tal proposito viene fatto l’esempio dei benzinai, dei tabaccai, dei giornalai. E mentre Bankitalia ed esercenti si confrontano, un faro sul consorzio Bancomat è stato acceso dall’Antitrust. L’autorità garante ha annunciato di aver chiuso un’istruttoria sul modello di remunerazione dei prelievi in circolarità da Atm con carte del circuito Bancomat, precisando che il nuovo modello di remunerazione configurerebbe una restrizione della concorrenza a danno dei consumatori.

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Sandro Bennucci

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