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Firenze: il Maggio Musicale inizia l’anno col «Don Carlo» diretto da Gatti

Don Carlo (foto M. Monasta)

FIRENZE – Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ha reinaugurato col Don Carlo di Giuseppe Verdi diretto da Daniele Gatti il palco della sala grande a fine 2022, dopo undici mesi di lavori, e con tre repliche, martedì 3 e giovedì 5 gennaio alle 19 e domenica 8 alle 15.30 inizia il 2023, che in gennaio offrirà un buon numero di concerti e un’altra prima operistica, a fine mese. Delle tre recite residue del Don Carlo quella del 5, a metà prezzo, è esaurita, mentre rimangono biglietti per stasera (con lo sconto del 40% per i soci Coop) e per domenica 8. È stata presentata come opera di inaugurazione del nuovo tecnologico palco costato 14 milioni, ma in realtà i lavori non sono terminati e ben poco delle potenzialità del marchingegno si può già mostrare; la scena ora, anche per scelta registica, è quasi ferma. Quel che colpisce subito, infatti, fin dalle prime battute dell’ouverture, è la scelta anche da parte del direttore Gatti di sottolineare l’ineluttabilità e in qualche modo l’immobilità del cupo destino dell’infante Carlo e dell’amata Elisabetta di Valois, che nella versione rappresentata (quella italiana, ridotta a 4 atti dall’autore stesso), all’inizio dell’opera è già passata per lui dallo status di fidanzata a quello di matrigna. Gatti dirige con attenzione alle sfumature e le masse artistiche rispondono egregiamente, dimostrando la cura con cui hanno preparato il lavoro (d’altronde buona parte degli orchestrali e dei coristi del Maggio già lo conoscevano, essendo stato messo in scena quattro volte dall’inizio di questo secolo); si percepisce fino all’ultimo strumento, perfino il controfagotto che Verdi usò molto di rado, e soprattutto si percepiscono, già nel suono dell’orchestra, il pathos, la tragicità , la solitudine dei protagonisti separati dalla ragion di Stato e dal senso del dovere. Il cast non è molto omogeneo: Eleonora Buratto (Elisabetta) è quella più costantemente all’altezza del ruolo, ma anche Francesco Meli, aiutandosi con l’arte e la tecnica, disegna un Don Carlo credibile e godibile, molto lirico; in crescendo la prestazione di Ekaterina Semenchuck (Eboli; ben intepretata la famosa aria O don fatale); del siberiano Roman Burdenko (Rodrigo) si fa apprezzare la dizione cristallina (di possedere la nostra lingua aveva già dimostrato in conferenza stampa), mentre troppo chiaro risulta il timbro della voce di Mikhail Petrenko per il ruolo del sovrano “severo e terribile” Filippo II, la cui autorità si percepisce ben poco. Belli i costumi di Nanà Cecchi, cupissime le scene, nelle quali anche il locus amoenus che dovrebbe essere il giardino in cui Eboli canta la canzone del velo è reso con pochi stecchi spogli che evocano più il canto dei suicidi dell’inferno dantesco.

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (Piazza Vittorio Gui)

Martedì 3 e giovedì 5 gennaio alle 19 e domenica 8 alle 15.30

Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino Maestro concertatore e direttore Daniele Gatti Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Filippo II Mikhail Petrenko
Don Carlo  Francesco Meli
Elisabetta di Valois Eleonora Buratto
 Rodrigo, Marchese di Posa Roman Burdenko/Massimo Cavalletti (8/01)
Il Grande Inquisitore Alexander Vinogradov
La Principessa Eboli Ekaterina Semenchuck
Un Monaco Evgeny Stavinsky
Tebaldo Nikoletta Hertsak/Aleksandra Meteleva (5, 8/01)
Il Conte di Lerma/Un araldo reale Joseph Dahdah
Una voce dal cielo Benedetta Torre
Deputati fiamminghi Matteo Mancini, Volodymyr Morozov, Matteo Torcaso, Eduardo Martínez Flores, Davide Piva, William Hernandez, Lodovico Filippo Ravizza, Roman Lyulkin

Regia Roberto Andò Scene e luci Gianni Carluccio Costumi Nanà Cecchi Video Luca Scarzella

Visibilità limitata e ascolto: 15€ – Galleria: 50€ – Palchi B: 80€ – Palchi A: 150€ – Platea 4: 80€ – Platea 3: 110€ – Platea 2: 150€ – Platea 1: 200€; biglietti in vendita anche direttamente sul sito del Maggio, senza sovrapprezzo

Don Carlo, giuseppe verdi, opera lirica, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

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