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Lagarde (Bce): “Rialzo dei tassi di 50 punti”. E monito ai governi: “Non agganciare le pensioni all’inflazione”. Mutui da rinegoziare

Christine Lagarde, numero uno della Bce

“Riportare l’inflazione al 2%”. E’ l’obiettivo della presidente della Bce, Christine Lagarde. Che nell’intervista rilasciata allo spagnolo “El correo” annuncia un nuovo aumento dei tassi d’interesse per il 16 marzo 2023. Saliranno al 3,5%.

“L’inflazione cala ma non è ancora vinta – ha affermato Lagarde – e gli ultimi dati su prezzi e andamento dell’economia supportano i motivi dell’aumento dei tassi”. E non si sbilancia su quando Francoforte allenterà la presa (il mercato stima un picco fino al 4% entro l’anno) ma chiede uno sforzo a banche e governi per mitigare gli impatti di prezzi ancora elevati e rate dei mutui variabili in decisa crescita.

Non sembrano avere effetti, per ora, gli appelli di quella parte del consiglio, fra cui il governatore della banca d’Italia Ignazio Visco, a valutare in egual misura i rischi inflattivi e quelli di effetti sull’economia, sebbene lo stesso governatore ripeta sempre, come la presidente, che le decisioni devono essere guidate dai dati.

“Molti governatori delle banche centrali – ha detto ancora la presidente della Bce – stanno diffondendo le loro opinioni e analisi personali, come presidente della Bce io devo focalizzarmi sui dati”. Il mercato, da Goldman Sachs a Bank of America, scommette così su un rialzo dei tassi fino al 4% alla fine di quest’anno anche perchè negli otto mesi di sforzi, la Bce non è ancora riuscita a riportarla sotto controllo.

E se il pil dell’eurozona, malgrado gli effetti della crisi Ucraina e del caro energia, sembra rallentare ma non cedere, effetti consistenti si abbattono su alcune fasce della popolazione. La Bce e le banche centrali hanno più volte chiesto ai governi “misure mirate” e temporanee per i soggetti più deboli senza però ‘agganciare’ in automatico pensioni e retribuzioni all’indice dei prezzi.

La Lagarde ha ammonito, ancora una volta, che questo “nel passato ha generalmente contribuito ad alimentare l’imnflazione che è poi finita fuori controllo”. Un mantra ripetuto anche da Visco che, più volte, ha parlato di rischi di “spirale salari-prezzi”, ben conosciuta nel nostro paese. E poi c’è il tema dei mutui. Il presidente Bce chiede alle banche uno sforzo nel loro stesso interesse e non “per beneficienza” nel rinegoziare i prestiti. Si eviterebbe così di mettere in difficoltà i loro debitori e di dover poi iscrivere a bilancio i crediti deteriorati.

Nel nostro paese, sui 426 miliardi di stock dei mutui, fortunatamente, quelli a tasso variabile sono una minoranza (il 40% a settembre 2022) e molti presentano un tetto massimo, cap. E però chi non ha voluto o potuto rinegoziarlo sta affrontando un amento del costo della rata pesante che, in un anno, può aver raggiunto i 200 euro. La crescita dei tassi peraltro sta scoraggiando molte famiglie a minor reddito a chiedere i prestiti, restringendo così il mercato immobiliare che, come dimostra l’ultimo sondaggio della Banca d’Italia, è improntato a “prospettive sfavorevoli”. 

Bce, Christine Lagarde, inflazione, pensioni, tassi in aumento


Ernesto Giusti


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