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Giorgia Meloni porta il governo a Cutro. Ecco il piano: stretta sugli scafisti, espulsioni più efficaci, ingressi regolari

Migranti

Vuole dare un segnale, Giorgia Meloni. E porta il governo in trasferta a Cutro. Per chiudere con le polemiche e dare un segnale “concreto” che per l’esecutivo è una priorità, un dovere “morale”, quello di evitare altre tragedie del mare come quella di dieci giorni fa davanti alle coste calabresi. Giorgia Meloni ha scelto di “metterci la faccia”, prepara un gesto “simbolico” per rendere omaggio alle oltre 70 vittime del naufragio, e punta tutto sulla stretta sui “trafficanti”.

Mentre in parallelo porta avanti la partita con l’Europa sulla quale da oggi sembra poter contare su un alleato inedito, l’olandese Mark Rutte, che si dice pronto ad agire in “tandem” con la collega italiana, tanto da preparare anche un viaggio in Africa insieme. Ma è a Roma, prima che a Bruxelles, che si addensano le potenziali insidie. La premier deve fare i conti con il malcontento della Lega, che da giorni non rinuncia a quelle che, per Fratelli d’Italia, altro non sono che provocazioni, a partire dal pressing sulle proposte di ripristino dei decreti sicurezza firmati da Salvini all’epoca del governo gialloverde (e già due volte, si fa notare, bocciati dal Colle).

Il governo comunque il suo piano l’ha fatto: prevede pugno di ferro contro i trafficanti di uomini, espulsioni più efficaci, semplificazione delle procedure per chi vuole entrare legalmente in Italia, estensione del decreto flussi. E’ un pacchetto ‘double face’ quello che il Consiglio dei ministri varerà a Cutro: rigore nel contrasto degli arrivi irregolari e accoglienza verso la migrazione attraverso canali legali, che saranno potenziati.

Ecco le principali misure del provvedimento (ma potrebbe essere anche più decreti) sulle quali ci saranno limature fino all’ultimo momento, dopo il confronto di ieri tra il leader leghista Matteo Salvini, assertore della linea dura, e la premier Giorgia Meloni, impegnata a trovare un punto di equilibrio che tenga compatta la sua maggioranza.

STRETTA SU SCAFISTI – Nell’informativa alle Camere il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha attribuito agli scafisti ed ai trafficanti le responsabilità del naufragio. Al momento i fermati devono rispondere del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa di 15mila euro per ogni persona trasportata. Sono già previste delle aggravanti, ma ora si punta ad introdurne una specifica che scatterebbe se il trasporto finisse in tragedia, cioè con vittime, come accaduto a Cutro. Nel mirino non c’è solo chi guida ai barconi ma anche le reti criminali che gestiscono il traffico.

ESPULSIONI E RIMPATRI – Sono soltanto poche migliaia i rimpatri fatti ogni anno degli immigrati irregolari. Un dato che i vari titolari del Viminale non sono mai riusciti a scalfire e che sconta lo scoglio del necessario accordo del Paese di provenienza delle persone da allontanare. Ora, se uno straniero viene rintracciato in uno status di irregolarità, nella maggior parte dei casi gli si consegna un foglio di via con l’invito (mai raccolto) a lasciare il territorio nazionale. Il Governo punta a rendere effettive le espulsioni, con l’ok dei Paesi di origine, fermo restando che questi ultimi devono essere ‘sicuri’: chi viene rimpatriato non deve cioè finire in una zona di guerra o rischiare trattamenti disumani.

FLUSSI REGOLARI – L’esecutivo intende intervenire con lo strumento del decreto flussi, che sarà allargato e reso pluriennale. Con l’ultimo sono stati già programmati circa 83mila ingressi regolari per motivi di lavoro. Ci saranno ora numeri più alti per venire incontro alle esigenze del mondo produttivo. Ci sono da 300 a 500mila posti disponibili, secondo il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. L’idea è poi quella di assegnare quote privilegiate ai Paesi che collaborano più efficacemente nel contrastare le partenze di migranti irregolari e nell’accettare i rimpatri.

INGRESSI PIU’ SEMPLICI – Ci sarà anche una semplificazione normativa e degli adempimenti burocratici necessari per chi chiede di entrare legalmente in Italia. Potrebbero essere mobilitati gli uffici diplomatici per l’esame del domande in loco, con la collaborazione dei Paesi, in particolare quelli del Nordafrica, con cui Roma ha già accordi.

CORRIDOI UMANITARI – Il Governo punta inoltre a dare un’accelerata ai corridoi umanitari. Dal suo insediamento, sono già 617 le persone arrivate in Italia attraverso questo canale, “un numero mai registrato in un così breve lasso di tempo”, ha sottolineato Piantedosi. E nel primo semestre dell’anno c’è un impegno – in collaborazione con la commissione europea – ad accogliere altre 1.481 persone. Disponibilità anche ad aderire alle evacuazioni umanitarie e ai programmi di reinsediamento.

PIU’ FONDI PER I CENTRI – Nel pacchetto troveranno spazio, infine, stanziamenti ai Comuni per migliorare la rete dei centri di accoglienza, strutture che frequentemente non si trovano in condizioni ottimali.

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Ernesto Giusti


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