Confermata nei suoi confronti la condanna in appello a 30 anni di reclusione per omicidio volontario della statunitense Ashley Olsen, trovata strangolata in casa il 9 gennaio 2016 a Firenze
Secondo il pm, Diaw, accusato di omicidio volontario, ha sempre mentito sulle sue responsabilità circa l’accaduto nell’appartamento della giovane. Per l’accusa non ci sarebbero altri responsabili nella morte della giovane americana
Il pittore Federico Fiorentini fece manovre sul corpo di Ashley per tentare di rianimarla, suggerite via telefono dal 118, come “la respirazione bocca a bocca, mettendo una mano vicino al naso”.
«Rimasi con mia figlia fino alle 14 – ha ricordato il docente americano – Poi l’8 gennaio, verso le 13.30, sono transitato di lì in bicicletta, ho suonato il campanello ma Ashley non mi rispose. Ma non mi sono preoccupato»
Secondo quanto si apprende da fonti vicino al fascicolo, il riesame non ha accolto, quindi, la richiesta avanzata dai legale del senegalese gli avvocati Federico Bagattini e Antonio Voce
Lo ha stabilito il gip. Cheik Tidiane Diaw, senegalese di 27 anni, è accusato di avere ucciso la 35enne statunitense nell’appartamento di lei in Oltrarno, lo scorso 9 gennaio
La 35enne americana è stata ritrovata uccisa il 9 gennaio 2016. C’è un colpevole: il 27enne Cheik Tidiane Diaw. Ma la sua ricostruzione dei fatti è lacunosa e, secondo i suoi difensori, la vicenda non è conclusa
Nel monolocale di via Santa Monaca dove viveva la giovane 35enne statunitense uccisa per strangolamento e ritrovata cadavere lo scorso 9 gennaio. Dell’omicidio è accusato il 27enne senegalese Cheik Tidiane Diaw