Skip to main content
Elicottero del 118

118, l’operatore di frontiera: quando la vita si misura in secondi (VIDEO-FOTO)

La centrale operativa del 118 di Firenze Soccorso
La centrale operativa del 118 di Firenze Soccorso

FIRENZE – La telefonata al 118 comincia con un nervosissimo «ma quanto ci mettete a rispondere?» e termina con un «grazie». Ancora una volta il non facile obiettivo del dialogo tra cittadino e operatore dell’emergenza soccorso è stato raggiunto. Da un capo del telefono c’è qualcuno in difficoltà che sta tentando di sorreggere in piedi il padre anziano che si sente mancare, dall’altro un’infermiera del 118 che (mentre l’ambulanza sta già partendo) riesce a convincere l’interlocutore a mettere sdraiato il congiunto. «Ce la fa ad alzargli le gambe? Cerchi di metterlo su un fianco, con la testa più distante possibile dal torace». Dall’altra parte momenti di incertezza. «Mi sente? Provi a chiamarlo e vede se risponde». «L’abbiamo messo a terra. Respira meglio, ora mi ha risposto». «Bene così, l’ambulanza sta ormai per arrivare, è a meno di un chilometro da voi». «D’accordo, grazie».

CENTRALE OPERATIVA – Storia di ordinaria emergenza in un qualsiasi giorno presso la centrale operativa del 118 di Firenze Soccorso. Un team di una decina di persone, tra medico, infermieri e operatori sanitari, è pronto a rispondere 24 ore su 24 alle richieste di intervento per le zone di Firenze e Prato. E in un futuro, probabilmente non troppo lontano, gestire le chiamate in arrivo da zone ancora più vaste della Toscana. A prima vista – specie al cronista in transito – può sembrare un grande «call center». In realtà è un lavoro speciale per gente speciale, dotata non solo di professionalità ma prima di tutto di passione. Non è da tutti mantenere sangue freddo ascoltando una persona al telefono che urla o piange, mentre il tempo – determinante per salvare una vita – scorre rapidissimamente. Mai come in questo caso la vita è davvero misurata non in minuti, ma in secondi. Non a caso sul monitor dell’operatore, proprio dopo i primi 60 secondi di telefonata, si accende una spia rossa che sta a indicare: «Continua a parlare se necessario, altrimenti cerca di chiudere».

TELEFONATA – E non sono pochi i casi in cui le telefonate (tutte registrate e archiviate, una per una) si prolungano per tanti lunghissimi minuti, quelli delle situazioni davvero critiche. Perché, se un’automedica o un’ambulanza devono essere messe nelle condizioni di arrivare sul posto prima possibile, è anche vero che il primo vero soccorso si fa al telefono. È quando l’operatore, al massimo dell’adrenalina ma con indifferibile lucidità, dà istruzioni su cosa fare mentre l’automedica o l’ambulanza non sono ancora sul posto. Non di rado si sente urlare al telefono: «Cosa sta a parlare? Si muova, venga qui!». «Stia tranquillo, altri stanno già arrivando. Io resto con lei al telefono per assisterla». Momenti che possono essere decisivi. Come un’infermiera che, da lontano, ha aiutato una donna a partorire. Come un’altra che ha «guidato» l’interlocutore a fare un massaggio cardiaco al padre e, quando ha saputo che si era ripreso, i colleghi della centrale operativa l’hanno vista scoppiare in lacrime, non solo dalla tensione ma soprattutto dalla gioia. Come la soddisfazione di esser riusciti a trovare un uomo che, da solo, aveva appena telefonato dicendo di essere caduto da un olivo in campagna per poi svenire di lì a poco, mentre – per sua fortuna – il telefono è rimasto acceso.

EMERGENZE – Una media di 600 telefonate al giorno da gestire, comprensive di richieste di contattare la guardia medica (si sa, fare il 118 è più… facile che cercare  il numero telefonico giusto). Almeno 130.000 emergenze attivate in un anno, che significa far partire non meno di 400 mezzi al giorno, tra automediche, ambulanze medicalizzate e infermieristiche, ambulanze con soccorritori per i casi meno gravi. Questi i numeri «grezzi» di Firenze Soccorso che copre non solo la provincia fiorentina ma anche, dal febbraio 2014, anche quella di Prato.

[widgetkit id=100943]

ELICOTTERO – Da Toscana Soccorso, un ramo della centrale operativa di Firenze, dipendono  i voli dell’Elisoccorso 118. È di fatto la parte più «spettacolare» dell’emergenza sanitaria, anche se funziona solo se a terra c’è una buona squadra di operatori all’arrivo della chiamata e altrettanto valida al momento dell’atterraggio in ospedale. Come dire: non basta un buon solista, ci vuole anche una buona orchestra. Sono tre gli elicotteri operativi in Toscana, secondo un servizio gestito da Inaer Aviation Italia: Pegaso 1 con base all’ospedale di Ponte a Niccheri a Firenze (opera solo di giorno), nonché Pegaso 2 e Pegaso 3 rispettivamente a Grosseto e al Cinquale in Versilia, abilitati anche al volo notturno, ma solo verso destinazioni dove ci sono attrezzate piazzole di atterraggio illuminate. Ogni anno si alzano in volo almeno 2000 volte, una media di 5-6 al giorno, come confermano da Toscana Soccorso.

PEGASO 1 – I rotori del BK117 fiorentino, fermo nella piazzola dell’elibase di Ponte a Niccheri, sono già in azione a 2 minuti dalla chiamata della Centrale Operativa del 118. A bordo con il comandante e il tecnico di volo, ci sono medico, infermiera e tecnico del Soccorso Alpino, indispensabile in particolare per operare su un cosiddetto «ambiente ostile». A terra la sicurezza è gestita da 2 tecnici dell’antincendio pronti a intervenire ad ogni occorrenza. Questa volta il servizio è relativamente breve. Dodici minuti per arrivare a Certaldo, prelevare un anziano colpito da sospetta emorragia cerebrale (trasportato da un’ambulanza nello spiazzato di un campo sportivo), altri 10 minuti di volo effettivo per l’ospedale fiorentino di Careggi dove potrà avere adeguata e tempestiva assistenza medica. Per gli operatori è quasi «routine» anche ogni servizio ha esigenze e storia a sé e necessita di costante attenzione.

SFIDA – Tante le storie e le esperienze di ciascuno. Come l’infermiera di bordo che un giorno vide arrivare proprio un elicottero del 118 in soccorso del suo bambino di 2 anni e mezzo, rimasto sotto una pesante moto. E che la prima cosa che fece, ad avvenuta guarigione del figlio, fu quella di tornare subito a volare con l’Elisoccorso. Come il medico volato a San Gimignano su una casa crollata per un’esplosione di gas, dove tra le macerie spuntava la mano di una ragazza, che in quel momento aveva solo bisogno di essere stretta e confortata, nell’attesa che i vigili del fuoco riuscissero a tirarla fuori. Stessa sorte per la madre ferita. Non altrettanto per la seconda figlia per la quale non c’era più nulla da fare. È la sfida contro l’imponderabile, contro il tempo, quasi contro sé stessi quella quotidiana di ogni operatore del 118: dal telefono, all’ambulanza, all’elicottero. Correre per arrivare a salvare qualcuno di cui non è importante sapere il nome. Per la burocrazia e per le carte c’è tempo. L’importante è fare presto e bene.

 

COSA DIRE QUANDO SI CHIAMA IL 118 ?

Cosa dire al 118 per guadagnare tempo e facilitare la buona riuscita dell’intervento? Mentre il richiedente li fornisce, viene attivata la scheda per il mezzo di soccorso più vicino.

LUOGO:

  • comune da cui si chiama (molto spesso strade e piazze hanno nomi uguali in comuni diversi)
  • indirizzo e numero civico
  • località (una strada può essere lunga chilometri, come ad esempio la via Pisana o la via Pistoiese a Firenze)
  • nome sul campanello
  • eventuale punto di riferimento: un bivio, un ponte, un numero di chilometro sulle autostrade o strade principali extraurbane
  • quando possibile (tramite un Iphone o Smartphone) può essere determinante fornire le coordinate Gps.

FATTO ACCADUTO: 

  • età della persona che necessita di soccorso
  • eventuale nome o relazione di parentela
  • sintomi
  • la persona respira?
  • la persona è cosciente?
  • eventuali malattie o ricoveri ospedalieri recenti

Più in generale è necessario limitarsi a rispondere alle domande dell’operatore del 118 e attenersi alle sue istruzioni. Nel caso ad esempio di un incidente stradale la prima cosa è chiamare il 118 (basta una chiamata, non decine insieme nello stesso momento) e non, come spesso accade, muovere la persona ferita e solo in un momento successivo dare l’allarme.

 

GUARDIA MEDICA

A Firenze il servizio di Guardia Medica-Continuità assistenziale è attivo nei seguenti orari:

  • NOTTURNO: tutti i giorni dalle 20 alle 08 del giorno successivo
  • SABATO E DOMENICA: dalle ore 10 del sabato fino alle 08 del lunedì (tra le 8 e 10 del sabato è attivo il medico curante)
  • FESTIVITÀ INFRASETTIMANALE: dalle 10 del giorno prefestivo fino alle 8 del giorno feriale successivo alla festività
  • FESTA PATRONALE (per ogni singolo comune): dalle 10 del giorno precedente fino alle 8 del giorno seguente la festività (quando la ricorrenza coincide con un giorno feriale)

A chi telefonare a FirenzePer gli altri comuni della provincia rivolgersi al 118.

 

 LA TESTIMONIANZA

Ho 22 anni e mercoledì 12 novembre verso le 18 mio babbo ha avuto un infarto. Io ero in casa e fortunatamente sono riuscita a salvargli la vita. Tutto ciò è stato possibile grazie alla persona che avevo al telefono della centrale del 118 che, anche se è il suo lavoro, mi ha guidato alla perfezione, mantenendomi lucida e permettendomi di fare ciò che ho fatto. Io a quella donna devo tanto e ho bisogno di ringraziarla perciò che ha fatto. Scusate il disturbo e grazie in anticipo. 

(da una mail spedita al 118 di Firenze)

 

[tube]https://www.youtube.com/watch?v=qFunL5eZeH4&list=UU0eW94KST5bePaq6Zd3yrjg, 625,350 [/tube]

 

118, emergenza sanitaria


Sandro Addario

Giornalista

Commenti (3)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741