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Senza la fusione, ha detto Nencini, l’unico aeroporto di “serie A” dell’Italia centrale sarebbe Bologna. Il cda di Enac, ieri 21 luglio, non ha discusso l’impugnazione del Pit della Regiobne Toscana, ma negli ambienti aeroportuali la decisione è considerata un atto obbligato, per scongiurare il conflitto di competenze ed evitare che l’eventuale scelta di dotare la nuova pista di Peretola di 2.400 metri possa confliggere con i 2.000 metri determinati dalla Toscana
Alla base della decisione c’è il principio che le scelte in materia aeroportuale non spettano alle Regioni. Successivamente, saranno i tecnici dell’ente presieduto da Vito Riggio a dare le indicazioni per il potenziamento della pista che dovrebbe essere portata a 2.400 metri. A tarda sera una nota dell’Enac
Fine del tormentone: il Pit è stato finalmente approvato dal Consiglio regionale. Anche se, in corso d’opera, cioè negli ultimi
Quarto titolo mondiale per i tedeschi: 195e4, 1974, 1990 e, ora, 2014. Gli argentini hanno mancato tre clamorose occasioni da rete con Higuain, Palacio e lo stesso Leo, che non è riuscito a trascinare la sua squadra sul tetto del mondo come avevano saputo fare, a suo tempo, Maradona.
Quando è arrivato alla fine di un percorso, con la Fiorentina e con la Nazionale, ha sollevato polveroni ormai inutili. Con il Fenomeno viola ha avuto un atteggiamento francamente poco comprensibile
Servono 40 milioni dal governo per permettere alla capitaneria di porto piombinese di fare la gara per smantellare le navi militari in disarmo che stazionano nei vari porti italiani. Le operazioni per il rigalleggiamento della nave di Schettino. L’Osservatorio presieduto da Maria Sargentini chiede 4 giorni di tempo per esaminare nuove carte
Predice a Matteo Renzi il prossimo dilemma citando Machiavelli: il premier ha ricevuto una spinta dai potenti e dal popolo
Amarildo fu il degno sostituto di Pelè ai mondiale del Cile 1962. Poi sbarcò in Italia. Prima al Milan, dopo un lungo braccio di ferro nel quale intervenne anche la Federcalcio, e infine, alla Fiorentina, con la quale diventò campione d’Italia, sotto la guida di Bruno Pesaola, nella stagione 1968-69
