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Canottieri Comunali Firenze: la nostra battaglia per sopravvivere

La sede della Canottieri Comunali Firenze
La sede della Canottieri Comunali Firenze

Perché oggi 25 aprile apriamo le porte della Canottieri Comunali Firenze alla città? Una giornata in cui tutti sono invitati a partecipare alla prova di canoa al mattino per poi assistere a gare ed esibizioni di atleti pluripremiati.

Vogliamo far conoscere la Società che da 80 anni opera con successo, formando atleti di livello internazionale e mondiale. Ma anche generazioni (in qualche caso siamo arrivati alle quarta) di sportivi e appassionati. Vogliamo presentare il valore che la Canottieri Comunali ricopre per Firenze, offrendo esperienza e strutture anche a collaborazioni con enti come Lega Italiana per la lotta contro i Tumori (Lilt) e l’Associazione Tumori Toscana (Att).

Siamo una società gestita con il volontariato come le altre due presenti nella riva sinistra dell’Arno. La Rari Nantes Florentia, nata nel 1904 che ha insegnato a nuotare a generazioni di fiorentini e ha posto le fondamenta di una Società sportiva fra le più importanti e rinomate d’Italia nel campo del nuoto e della pallanuoto. Il Centro Anziani, gestito volontari del Quartiere 3 dove si fa attività ludico culturale per la terza età.

Purtroppo queste associazioni sono a rischio chiusura: senza sapere davvero il perché. Non esiste infatti un problema sicurezza degli argini e delle strutture. Lo conferma una sentenza della Cassazione e un’indagine dell’Autorità di Bacino, dove si evidenzia che quel tratto del fiume Arno è a basso rischio. Tutto il resto delle rive del fiume in città è invece a medio e alto rischio. Basta solo ricordare che il 4 novembre 1966, giorno della tragica alluvione, sul Lungarno Ferrucci – dove ha sede la Canottieri Comunali – si camminava regolarmente con un semplice paio di stivali di gomma. Pochi centimetri d’acqua in strada, a testimonianza che «quel» lungarno  è uno dei più alti di Firenze.

Se non c’è davvero un rischio reale per le strutture, resta dunque solo un rinvio di competenze tra Provincia e Comune su presunte irregolarità edilizie. Alcune demolizioni sono già iniziate con la distruzione della vasca di voga e di una tettoia. Ci era stata offerta in cambio la disponibilità dei locali della ex Greppia, passata nel frattempo da patrimonio commerciale a patrimonio sportivo. Ma finora in cambio abbiamo solo ottenuto l’ingiunzione di liberare i locali palestra per demolire pure quella!

È cosi che è iniziata la nostra battaglia. Quello che abbiamo ottenuto è un incontro tra il vice-sindaco Dario Nardella e il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, dove si è stabilito di rimandare la demolizione della palestra rinviata ai prossimi 4 anni.

Altro giro altra corsa…: salva la palestra, adesso ci chiedono di demolire due container adibiti a segreteria. Ma è cosi difficile capire che, qualsiasi cosa venga distrutta, noi saremo impossibilitati ad operare?! Perderemo Soci e con essi l’esistenza! Perché questa fretta?! Venuta meno la pericolosità sull’argine del fiume, c’è tutto il tempo per trovare una soluzione che non contempli la scomparsa di storiche Società orgoglio della città.

Che cosa è emerso dopo 80 anni che giustifichi questo accanimento? Sono passati solo 3 anni da quando il vicesindaco Dario Nardella (allora anche assessore allo sport) ha speso circa 300.000 euro di soldi pubblici per ristrutturare gli spogliatoi che a breve dovranno essere demoliti. Probabilmente fu mal consigliato dai tecnici che a loro volta non erano a conoscenza dei problemi con la Provincia?

Si sente dire che le opere sono abusive e insistono sul terreno del Demanio, eppure ci sono documenti che testimoniano che nel 1934 fu costruita la palazzina sottostante la ex Greppia con materiale di recupero e si certifica che allora il terreno era comunale. Forse sarà il caso di darsi una calmata ed effettuare dei rilievi fatti da persone competenti per stabilire con certezza la situazione.

In ogni caso mi preme ricordare che in tutto il mondo le società nautiche sorgono sui fiumi, sui laghi, sul mare e tutte a bordo riva. Non si capisce perché dopo 80 anni ci si accanisca contro delle società che hanno fatto il bene della città e del Fiume che l’attraversa. Riqualificare significa migliorare, sanare, rendere più fruibile perciò ben venga la riqualificazione non la demolizione! L’unica cosa da demolire e sistemare nella riva sinistra è la terrazza del vecchio distributore che da 25 anni è abbandonata e divenuto un pericoloso ricovero per i senza tetto.

Vogliamo dunque dire no a questo scempio. Ne va della nostra esistenza ma soprattutto del servizio che le tre società offrono ai cittadini.

Piero Spina

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Piero Spina

Consigliere e Portavoce della Canottieri Comunali Firenze
Responsabile del Centro Avviamento allo Sport

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