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Eurogruppo, 8 maggio, trappola per l’Italia, si parla solo del Mes

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ANSA/ANGELO CARCONI

L’Eurogruppo in programma domani venerdì 8 maggio, getta le basi di quella che per molti è un’euro-trappola in piena regola, predisposta da Germania e Olanda, con l’avallo di Von der Leyen.  Primo punto in agenda della videoconferenza, la definizione delle condizioni di idoneità (eligibility) per gli Stati membri che vorranno accedere alla nuova linea di credito del Mes, il Fondo salva-Stati, dedicata alla spesa sanitaria e di prevenzione per il Covid-19.

Fonti qualificate dell’UE hanno rivelato che si tratterà, in sostanza, di un solo documento che i paesi richiedenti dovranno compilare, un «template response plan» che sostituirà il «memorandum d’intesa» (Mou) con i termini della condizionalità macroeconomica prevista per i normali interventi di salvataggio del Mes applicato negli anni della crisi alla Grecia, all’Irlanda, al Portogallo e a Cipro

EUROGRUPPO – Il template, hanno precisato le fonti, sarà in pratica il nuovo Mou, e conterrà un elenco di voci di spesa che verranno considerate idonee, limitate alla spesa sanitaria e di prevenzione, diretta e indiretta, collegata al Covid-19, secondo un’interpretazione che non sarà rigida. In concreto, lo Stato membro richiedente dovrà compilare  l’elenco con tutte le spese per le quali chiede il prestito del Mes, con un massimale equivalente al 2% del proprio PIL. A questo punto entra in gioco la Commissione europea chiamata a controllare che i soldi del prestito siano effettivamente impiegati per il piano di spesa indicato nel template. L’iter di verifica sarà condotto nell’ambito del normale processo di sorveglianza di bilancio del semestre europeo, che si applica a tutti gli Stati membri, senza alcuna missione sul terreno (allontanando così il fantasma della temuta troika) e sarà concentrato solo sulla destinazione d’uso del denaro prestato dal Mes. Un controllo sullo Stato in piena regola, una troika decentrata a Bruxelles, ma sempre troika.

LE CONDIZIONI DELL’OLANDA – Proprio in vista dell’appuntamento di domani, Il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra, pone una serie di condizioni per dare il via libera definitivo alla possibilità di usare una linea di credito del Mes dedicata alla pandemia del coronavirus, come la firma di un memorandum d’intesa da parte dei paesi beneficiari, un’analisi di sostenibilità del debito e prestiti di una durata inferiore a quelli che vengono normalmente concessi dal fondo salva-Stati, con tassi comunque superiore ai costi di finanziamento.

Se all’inizio il Premier Conte non perdeva occasione per ribadire l’inadeguatezza dello strumento, nel corso dei giorni la posizione del Presidente del Consiglio si è decisamente ammorbidita. Mes da solo è inadeguato, ha continuato a ribadire. E la chiave, secondo molti, potrebbe essere proprio dialettica e nascondersi in quelle due parole “da solo”. Come dire, se accompagnato da altri strumenti, come ad esempio il Recovery Fund, l’eventuale ok al MES, potrebbe fare meno clamore, specie da un punto di vista politico. Con le opposizioni che, comunque, saranno pronte a cavalcare a loro favore quello che per i contrari sarà una resa in piena regola.

E temiamo che il governo giallorosso, succube di Germania e Olanda, finirà col portare l’Italia alla rovina, pur di mantenere il potere e le poltrone, seguendo una linea che ha caratterizzato da sempre l’operato della sinistra nei rapporti con l’Europa.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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