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Magistratura democratica attacca i prefetti, no alle zone rosse

ROMA – Sprezzante giudizio dei magistrati democratici, come loro costume, sui provvedimenti adottati dai prefetti, in particolare quello di Firenze,  costretti a correre ai ripari in via preventiva per presenze inquietanti nelle città, lasciati liberi di colpire. Non più tardi di qualche ora fa’ un pregiudicato, libero come l’aria, ha ucciso un carabiniere. Questa è la nostra giustizia che ora filosofeggia in merito a un’ordinanza.

«La collettività chiede più sicurezza e le affrettate risposte amministrative offrono soluzioni pericolose e illusorie». Lo sottolinea Magistratura democratica esprimendo il  proprio disappunto sulle ‘zone rosse’ a Firenze. «L’ordinanza del Prefetto di Firenze permette alle forze dell’ordine di allontanare da alcune zone della città, le ‘zone rosse’, chi è stato denunciato: per percosse (uno schiaffo), lesioni, rissa, spaccio di stupefacenti. Denunciato. E chi ha ricevuto contestazioni relative alle regole del commercio. In pratica i venditori ambulanti. Questa visione – denuncia Md in una nota – mina le fondamenta dello stato di diritto, perché limita fortemente la libertà di movimento, solo per essere stati denunciati, non condannati; non è necessario neppure essere comparsi davanti a un giudice. Firenze – dice Md – non è sola, perché anche il comune di Calziocorte, in provincia di Lecco, ha individuato altre zone rosse, vietando, questa volta, l’insediamento di centri di accoglienza per immigrati nelle nuove zone rosse’. Più sincera, in fondo, l’ordinanza di Calziocorte: il diverso per eccellenza, l’immigrato, non può accedere alla scuola, alla stazione ferroviaria, persino all’ospedale. Del resto, le persone migranti rappresentano la ”categoria” per eccellenza portatrice di una identità pericolosa. Illusorie, queste risposte: la collettività pensa che si raggiunga l’obiettivo, ma non è difficile comprendere che si tratta di soluzioni apparenti, ineffettive, naturale portato di una campagna securitaria permanente, che aumenta le situazioni di disagio e che offre risposte che, anziché risolverle, le rendono strutturali, in un circolo viziosoche si autoalimenta».

Per Md, si tratta di «scelte che accrescono la solitudine del cittadino globale e la contrapposizione, dividendo la collettività anziché renderla coesa e solidale. Si allontanano, così, gli obiettivi che davvero garantirebbero la convivenza pacifica: l’inclusione e progetti di coesione sociale, che, dove praticati, hanno consentito l’integrazione e l’effettivo aumento della sicurezza reale».

Queste le affermazioni del sindacato dei magistrati democratici. Si deve anche a loro se ci troviamo nella situazione attuale.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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