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Marmolada: 11 fra morti e dispersi. Trovato un altro corpo. E i medici cercano di salvare un ragazzo trentino gravissimo

Marnmolada: trovato un altro corpo ANSA/ LORENZO BASSO

CANAZEI – Trovato un altro corpo: la decima vittima della Marmolada. Fra morti e dispersi il bilancio definitivo parla di 11 persone. E’ la tragica somma che il ghiacciaio restituisce. I superstiti sono devastati da quella valanga di ghiaccio e sassi che li ha travolti. Sono 4 ricoverati a Trento e 3 tra Belluno e Treviso dove, come ricorda il governatore Zaia, “c’è un ragazzo trentino in gravi condizioni per cui tutte le equipe mediche stanno facendo l’impossibile”.

E domani, 8 luglio 2022, 14 unità e 2 squadre cinofile torneranno in cima: le ricerche andranno avanti fino all’estremo, dicono dal Soccorso alpino. Anche il monitoraggio della Marmolada andrà avanti fino alla fine di settembre. “I ghiacciai si muovono sempre, dobbiamo monitorare i movimenti più rapidi. Gli strumenti che abbiamo a disposizione c’è lo permettono. Stiamo infatti già lavorando sui dati raccolti in questi giorni per tentare di dare una risposta scientifica al crollo”, spiega Nicola Casagli, professore dell’università di Firenze, incaricato dalla Protezione civile di installare radar speciali a supporto delle operazioni di ricerca dei dispersi. 

“E’ venuto giù un grattacielo di 70 piani”, dice il governatore del Veneto, Luca Zaia, arrivato a Canazei per partecipare alla task force che sta coordinando le ricerche e che stamattina ha messo piede per la prima volta sul ghiacciaio. “Una ferita per l’Italia intera – sottolinea la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, arrivata ai piedi del massiccio per portare la propria vicinanza ai familiari dei morti e dei dispersi -. Una ferita che deve interrogare le nostre coscienze: servono più investimenti in prevenzione. Il 94 per cento del nostro Paese è a rischio idrogeologico. Il Paese ha bisogno di un casco protettivo”.

Per la seconda carica dello Stato, visibilmente scossa, non ci sono dubbi: “Siamo di fronte a un cambiamento climatico epocale che richiede “un cambio di passo della politica per coniugare ambiente ed economia”. E’ sulla fragilità dei ghiacciai che ci si interroga. “Siamo di fronte a un evento imprevedibile. Una colata analoga successe nel 1989 sul Monviso, ma di notte. Da ingegnere dico che è impossibile prevedere ciò che non è mai successo. Pensiamo alla tempesta Vaia, ad esempio. Sebbene la meteorologia disponga di mezzi e dati incredibilmente precisi, nessuno aveva previsto un uragano di quella portata”, spiega a LaPresse l’ingegner Cristian Ferrari, presidente della Commissione glaciologica della Società alpinistica tridentina che fin dalla nascita, 150 anni fa, studia lo stato di salute dei ghiacciai del Trentino.

Se l’imprevedibilità sembra essere il pilastro portante di questa tragedia, Zaia auspica comunque “che a livello nazionale si attivi un tavolo per una riflessione su eventuali regole elaborate dai tecnici per normare le escursioni sui ghiacciai”. Intanto, i governatori di Trentino e Veneto stanno mettendo assieme i pezzi normativi per arrivare a un provvedimento di chiusura a salvaguardia dell’area dove domenica quella gigantesca colata di ghiaccio è venuta giù a 300 chilometri all’ora.

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Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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