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Ministro fioramonti: il Giornale riporta insulti su facebook contro Santanché, e invettive contro Berlusconi e Forze dell’ordine

ROMA – Da Adnkronos riportiamo questa notizia: «Daniela Santanché ‘colpita’ per la sua fedeltà di allora a Silvio Berlusconi e per il suo aspetto fisico. Stesso trattamento per Giuliano Ferrara, all’epoca direttore del Foglio. Al centro delle invettive anche le forze dell’ordine, il tutto dopo aver visto il film Diaz sui fatti del G8 di Genova: sono alcuni dei bersagli, come riporta ‘Il Giornale’, finiti in passato al centro di post pubblicati sui social da Lorenzo Fioramonti, all’epoca professore di Economia in Sud Africa, poi eletto deputato M5s, in seguito viceministro dell’Istruzione e ora al vertice del dicastero di viale Trastevere. “Commenti che Fioramonti condivideva con i suoi amici nel lontano, ma non troppo, 2013”, osserva il quotidiano spiegando che ieri mattina i “post incriminati erano ancora tutti online”.

“Il 28 aprile 2013 – sottolinea ‘Il Giornale’ – Fioramonti ha appena finito di guardare il film Diaz sui fatti del G8 di Genova. ‘Bellissimo – scrive su Facebook come riporta il quotidiano – andrebbe fatto vedere in tutte le scuole il giorno della Liberazione, il 25 aprile’. E la stoccata alle forze dell’ordine: “La polizia, allora come oggi, sembra più un corpo di guardia del potere, invece che una forza al servizio dei cittadini”. Poi, continua il quotidiano, “c’è il post scritto nello stesso giorno dell’attentato davanti a Palazzo Chigi che causò il ferimento grave del brigadiere dei carabinieri Giuseppe Giangrande: ‘Ed ora tutti a prendersela con chi protesta, perché poi arrivano i pazzi che sparano. Ma io mi meraviglio che ce ne sia stato solo uno. Un demente, che ovviamente ha finito con il colpire altre vittime del potere, proprio come lui».

Protesta tutto il centrodestra, Santanché in testa: «Dimissioni immediate. E’ una violenza nei miei confronti inaudita e mi auguro che tutte le donne, non solo di destra ma soprattuto del Pd e del Movimento 5 Stelle facciano sentire forte e chiara la loro voce. Chiamerò il presidente del Consiglio e vederemo se farà qualcosa». Si chiedono le dimissioni del ministro e l’intervento di Conte e Mattarella. Tace la sinistra, per loro gli insulti sono tali solo quando si commentano gli abiti della ministra Bellanova, quelli rivolti agli uomini e alle donne di destra, spesso ripetuti, non sono da condannare, se li meritano, secondo la teoria progressista.

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