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Renzi: 2.500 assunzioni nelle Forze dell’ordine e nessun taglio alle pensioni. Promesse elettorali?

Matteo Renzi
Matteo Renzi

ROMA – Renzi torna a parlare un po’ di tutto in vista delle prossime elezioni regionali, e lo fa in una delle molteplici trasmissioni televisive e radiofoniche  dalle quali ha inondato la platea dei potenziali elettori.

ASSUNZIONI – «Nelle prossime sedute del Consiglio dei ministri, la prossima o quella successiva, daremo il via all’assunzione di 2.500 fra Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza», ha annunciato il premier, sottolineando, tra l’altro, in merito all’attentato al palazzo di giustizia di Milano, come nei tribunali «debbano tornare i Carabinieri». Speriamo che non sia uno dei soliti annunci preelettorali e che la promessa si traduca in realtà.

SPESA MILITARE – Il premier ha parlato anche della spesa militare, che può essere positiva se porta ricerca e innovazione: «Va capito cosa significa investire in spese militari. Alcune delle principali applicazioni tecnologiche che fanno di Israele la patria delle start up, nascono dalle applicazioni in campo militare. Se si tratta di investimenti, innovazione, ricerca e tecnologia, è oggettivamente un bene per il Paese. Se invece è spesa pubblica tradizionale non va bene».

PENSIONI – Il capo del governo ha poi confermato che non ci saranno taglio alle pensioni: «Nessuno le tocca. Oltre quattro milioni di persone hanno visto il blocco delle indicizzazioni per un provvedimento del governo Monti, mentre ora tre milioni e settecentomila pensionati riceveranno l’una tantum da 350 a 700 euro».  E le istigazioni al taglio di Boeri? Renzi non ne ha fatto accenno. L’auspicio? Che non sia semplice, e davvero bassa, tattica elettorale.

IMMIGRAZIONE – Quanto all’immigrazione e all’accoglienza dei profughi, per i quali l’Ue sta continuando la marcia indietro, soprattutto su pressione della Francia, Renzi sostiene: gli sbarchi si «bloccano a terra, non in mare. Perché in mare non ce la fai a riprenderli tutti»E ha ricordato che «in Libia la comunità internazionale ha bombardato senza preoccuparsi del dopo. Si sono lavati le mani dopo aver eliminato Gheddafi». Ma «non si può piangere dopo le tragedie quando poi non si dà una mano a risolverle».

Morale? Si tratta di affermazioni acchiappavoti: si vede che il premier non è poi tanto sicuro di una vittoria schiacciante del Pd, e cerca in tutti i modi di conquistare l’elettorato in dubbio e di far affluire più cittadini alle urne. Perché un’astensione clamorosa sarebbe una sconfitta anche per il Governo.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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