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Sblocca Italia, domani il decreto: che rischia … il blocco (mancano i soldi)

Un tratto della Due Mari fra Siena e Grosseto
Un tratto della Due Mari fra Siena e Grosseto

Domani si profila, come abbiamo più volte detto, un giorno cruciale per il futuro dell’Italia. In Consiglio dei ministri si discuterà, oltre che di scuola e di giustizia, anche di interventi per la crescita e lo sviluppo. Il Governo ha annunciato 43 miliardi di opere in arrivo con il decreto Sblocca – Italia. Il premier Matteo Renzi, che ha illustrato le linee guida del provvedimento, ha sottolineato l’impulso positivo e l’indotto che le misure del decreto porteranno alla nostra economia. Ma sono ormai arcinoti il suo ottimismo e la sua tendenza a magnificare con metodi fuori dal consueto i progetti del suo governo. Salvo poi realizzarne pochi.
Con toni più realistici il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan ha fatto sapere chiaramente che non ci sarebbero tutte le risorse in cassa per finanziare completamente il piano del governo. Il nodo dei fondi da reperire sarebbe tutt’altro che risolto. In attesa della versione definitiva del decreto, vediamo le misure previste dalle linee guida.

Finanziare opere con risorse già disponibili
Si utilizzeranno le somme già stanziate per opere grandi e piccole, successivamente bloccate, e i residui di fondi europei. Altri fondi (2,5 miliardi) potrebbero arrivare dal Fondo Sviluppo coesione, lo strumento con il quale il Governo e le Regioni sviluppano interventi per il riequilibrio economico e sociale fra le diverse aree geografiche del Paese. Rimane aperta inoltre la possibilità di spendere risorse da traslocare a ottobre nel patto di Stabilità. Per ora, sul tavolo, secondo le stime de Il Sole 24 Ore, si contano 1,2 miliardi disponibili.

Apertura ai privati
Per incentivare il finanziamento privato di infrastrutture, puntando sul project financing, il decreto propone di abbassare da 200 a 50 milioni la soglia per l’ammissione al credito di imposta. Gli sconti fiscali saranno applicati quindi anche alle opere di dimensioni più contenute.

Grandi cantieri
Le linee guida del decreto prevedono di attivare risorse per oltre 30 miliardi di euro, di cui oltre il 57% (17 miliardi) proveniente da risorse private. Tra le opere previste: le ferrovie Napoli-Bari, Torino-Lione, Brescia-Padova, Catania-Messina-Palermo, Brennero; l’Autostrada Valdastico Nord (A31) di raccordo tra Veneto e Trentino. Sono previsti lavori in corso per 13 miliardi su opere che hanno bisogno di risorse aggiuntive per far proseguire i lavori ed essere completate secondo i tempi previsti. Tra queste, il Tunnel del Brennero; il Quadrilatero autostradale Umbria-Marche; la Terza corsia autostrada Venezia-Trieste. Il Governo, tramite il ministro Lupi, ha anche confermato che l’E78 Grosseto-Fano, strada dei Due Mari, si farà.

Sblocca Comuni
Il governo prevede lo sblocco delle opere segnalate dai piccoli Comuni per quasi 2.000 interventi che hanno evidenziato necessità finanziarie e intoppi procedurali. Inoltre saranno previste norme che consentono, attraverso la revisione delle concessioni autostradali, investimenti aggiuntivi per oltre 10 miliardi e contenimento dei pedaggi autostradali. Sarà varato un programma di manutenzione di strade e ferrovie: interventi per la messa in sicurezza pari a 1 mld.

Infrastrutture digitali
Sono previste facilitazioni e semplificazioni per la realizzazione e posa in opera delle reti di comunicazione elettronica a banda larga e ultralarga per accelerare la digitalizzazione del Paese. Vi saranno inoltre misure di agevolazione fiscale a favore di soggetti privati che realizzano nuovi interventi infrastrutturali sulla banda ultralarga sulle aree cosiddette “bianche”, quelle cioé fuori mercato. Per il varo di questi incentivi resta però l’incertezza.

Porti
Si prevedono diversi interventi. Innanzitutto la riduzione delle autorità portuali, la semplificazione delle procedure e una nuova disciplina della governance. Sarà inoltre rivista l’autonomia finanziaria e gestionale delle autorità portuali per consentire l’utilizzo delle risorse destinate alle infrastrutture portuali in un’ottica strategica (risorse pubbliche e private). Si provvederà ad adottare un piano strategico della portualità e logistica e dell’interportualità e a introdurre norme per il rilancio del settore della nautica e della portualità turistica.

Interventi per l’ambiente e il territorio
Secondo le linee di Palazzo Chigi, con l’utilizzo del Fondo Revoche e gli interventi di snellimento procedurale si avvieranno ulteriori nuovi 570 cantieri per la realizzazione di opere antidissesto idrogeologico per un valore di 650 milioni di euro. Entro il 2014 verranno aperti 104 cantieri per opere idriche (depuratori, reti e collettori fognari) dalla Campania alla Sicilia per un valore di 480 milioni di euro, come da riprogrammazione della Delibera Cipe 60/2012. Sarà realizzata la riduzione e l’aggregazione delle società pubbliche, ne saranno rivisti gli ambiti e si procederà all’affidamento dei servizi nel rispetto della normativa europea attraverso l’introduzione di regole certe e l’esercizio di poteri sostitutivi in caso di inerzia (il che significa che prima le regole non erano rispettate).

Sblocca Burocrazia
Sono previsti interventi su finanza di progetto, defiscalizzazione, bancabilità dei progetti, contratti di partenariato pubblico-privato. Si provvederà alla riforma del codice dei contratti pubblici attraverso delega legislativa e al potenziamento dell’operatività di Cassa depositi e prestiti a supporto dell’economia. Ci sarà una semplificazione delle procedure per l’utilizzo delle risorse europee.

Edilizia ed efficienza energetica
Nell’ottica della riduzione del consumo di suolo e della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente si provvederà innanzitutto a stabilizzare gli incentivi fiscali (ECOBONUS) per interventi edilizi volti all’efficientamento energetico e all’adeguamento antisismico degli edifici. Si introdurranno nuove e più efficaci misure per dare certezza dei tempi di avvio ed esecuzione degli interventi edilizi e velocizzarne la realizzazione. Saranno incentivati gli investimenti in abitazioni in locazione introducendo sgravi fiscali per chi affitta a canone concordato. Saranno favorite, attraverso l’agevolazione fiscale, le permute immobiliari che prevedono l’acquisto di immobili ad alto rendimento energetico.

Export e made in Italy
Sarà promosso il Made in Italy tramite un Piano Straordinario per l’internazionalizzazione delle imprese e l’attrazione di investimenti esteri in Italia.

Sblocca Bagnoli
Sarà creato un nuovo modello di governance territoriale per le aree di crisi industriale per attrarre investimenti e per gli interventi di bonifica e valorizzazione ambientale. Si stabilirà un nuovo iter semplificato per la cessione di immobili del demanio attraverso percorsi concertati con i Comuni.

Sblocca Energia
Sarà avviato un progetto per sviluppare le risorse geotermiche, petrolifere e di gas naturale. Sono previsti investimenti privati nazionali e internazionali per oltre 17 miliardi di euro.

Come si può notare si tratta di un piano ambizioso, c’è molta carne al fuoco, per la quale però ancora non sono esattamente previste le risorse necessarie. Di qui la prudenza del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che stride con il consueto ottimismo sbandierato dal premier Matteo Renzi. Ma temiamo che la posizione del ministro sia quella più aderente alla realtà. E che gli italiani quindi si debbano ancora frugare nelle tasche per reperire i fondi necessari per tutti questi interventi.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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