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Sindaci, aumenta lo stipendio nei comuni piccoli. Il decreto del Viminale

Un giusto riconoscimento alla passione e agli sforzi dei sindaci di piccoli comuni, chiamati ad amministrare le collettività in Italia. Lo scorso 23 luglio è stato introdotto un decreto del Viminale che dispone un aumento dello stipendio sindaci di comuni piccoli, fino a 3.000 abitanti, solo per comuni rientranti in regioni a statuto ordinario. Insomma, chi amministra piccole realtà locali, contribuendo a mantenere vive le attività in territori anche rurali e
lontani dalle città e combattendo così lo spopolamento dei piccoli borghi di provincia, potrà contare su uno stipendio più corposo.
L’ultimo aumento era stato previsto con legge n. 157 del 2019 recante “disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili“: in tale provvedimento è stato previsto l’aumento stipendio sindaci di piccoli Comuni “fino all’85 per cento della misura dell’indennità spettante ai sindaci dei comuni con popolazione fino a cinquemila
abitanti“.
Il decreto del Viminale, adottato adesso a seguito dell’intesa in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali, suddivide uno specifico fondo di 10 milioni annui tra 3.598 Comuni in tutta Italia.
In pratica, l’aumento di stipendio ai sindaci dei piccoli comuni comporterà un’indennità ricalcolata in tal modo:  +497,35 euro per i sindaci dei Comuni fino a 1.000 abitanti (che finora guadagnavano 1.162 euro) e +357 euro per i sindaci dei Comuni da 1.001 a 3.000 abitanti (che finora incassavano 1.301 euro). La cifra finale equivale all’85%
dell’indennità dei sindaci dei Comuni fino a 5.000 abitanti.
Tale aumento non è però  automatico: infatti, sarà ciascun Comune che dovrà valutarne in concreto l’introduzione o meno, con delibera ad hoc.

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