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Tabacco-killer, 6 milioni di morti ogni anno. Il 31 maggio la Giornata Mondiale senza fumo

Il fumo continua ad uccidere ogni anno milioni di persone
Il fumo continua ad uccidere ogni anno milioni di persone

FIRENZE – Ventiquattro ore senza fumo. Senza sigarette alla mano, ma neppure senza mozziconi, che puntualmente invadono gli spazi pubblici delle nostre città e i nostri parchi. Disponibili, soltanto giardini puliti da restituire alla cittadinanza e soprattutto ai giochi dei più piccoli. E’ questo lo spirito che accompagna l’iniziativa organizzata dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, appuntamento indetto dall’Organizzazione mondiale della sanità e che si tiene ogni anno il 31 maggio.

Il tabacco continua infatti ad essere un killer silenzioso, pronto ad uccidere ogni anno circa 6 milioni di persone. Si tratta, purtroppo, sia di individui che fumano sia di soggetti che, al contrario, non hanno la cattiva abitudine di accendere le sigarette. E gli effetti si contano periodicamente: si muore per tumori polmonari, bronchite cronica, enfisemi o malattie cardiovascolari. A rischio, sempre più donne, bersaglio prediletto delle patologie indotte dal fumo. Basti pensare che negli ultimi 60 anni, nel sesso femminile il tasso di mortalità è cresciuto del 600%.

Ma il tabagismo è un fenomeno che riguarda molto da vicino anche i più giovani, talvolta giovanissimi. In Italia gli adolescenti iniziano a fumare sempre prima e spesso, già a 12 anni, finiscono con la sigaretta in bocca. Ad abusare del fumo, sono in particolare le ragazze. I dati parlano chiaro: la fascia d’età con la più alta percentuale di fumatori – secondo quanto riferisce sempre la Lilt – è quella compresa tra i 25-44 anni, mentre il 13-14% di chi fuma ha iniziato prima dei 15 anni.

A partire da questa fotografia desolante della Penisola, quindi, la campagna per un “verde pulito” portata avanti dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Ormai da parecchio tempo la Lilt è in prima linea per vietare le bionde nei parchi, negli stadi, nei giardini pubblici, nei cortili degli ospedali e delle scuole. Provvedimenti che in molti altri Paesi sono già stati presi da tempo. Esempi concreti sono infatti rappresentati, a livello europeo, da Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Irlanda.

Il “no” alle sigarette nei giardini pubblici arriva però anche da molto più lontano. A New York è vietato fumare nei 1.700 parchi della città e lo stesso accade in altre realtà californiane, vedi San Francisco. Perché, dunque, non ripetere questa esperienza anche in Italia? La speranza è che la Giornata Mondiale senza fumo, del prossimo 31 maggio, possa favorire la riflessione di tutti attorno a un tema importante come quello della dipendenza dalla sigaretta: una piaga sociale che rischia, a giudizio dell’Oms, di far salire ancora il numero di morti annuale per fumo a più di 8 milioni di persone entro il 2030.

 

 

 

Associazioni, fumo


Giulia Ghizzani

Giornalista

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