«Non vogliamo conte all’Università, ma vogliamo l’Università aperta», scrivono gli studenti del collettivo di Scienze politiche. Ricordando che proprio Conte è stato il protagonista delle chiusure e del lockdown
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Venerdì 26 febbraio. Non è ancora stato reso noto l’argomento che Conte tratterà, ma era stato lo stesso rettore, Luigi Dei, ad avanzare la proposta di una lectio magistralis basata proprio sull’esperienza di governo di Conte. Che potrebbe anche parlare di un suo futuro coinvolgimento diretto in politica
L’ex presidente del consiglio, Giuseppe Conte, è da oggi, 15 febbraio, di nuovo in servizio persso l’Università di Firenze. La notizia, anticipata nei giorni scorsi da Firenze Post, è stata confermata. E il rettore, Luigi Dei, ha firmato il decreto, come informa un comunicato dell’ateneo. Assai presto, Conte incontrerà il rettore
C’è stata una doppia apertura, al presidente incaricato Draghi, a poche ore dall’avvio del primo giro di consultazioni. Arriva da Berlusconi e Di Maio. Il presidente di Fi avverte il centrodestra che la scelta di Mattarella per l’ex presidente della Bce «va nella direzione che abbiamo indicato da settimane: quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese»
Il presidente dimissionario ha chiamare Matteo Renzi prima che salisse al Quirinale. Ma senza risultato. Visto che, in netto contrasto con Pd e M5S, fortemente intenzionati a chiedere un suo reincarico, il leader di Italia Viva ha chiuso la porta a Conte: chiedendo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella di dare prima un mandato esplorativo a un’alta personalità
mentre al Senato fatica a nascere un gruppo di dieci senatori a raccolto per sostenerlo (ma con numeri incerti), lui accenna a una marcia indietro su Renzi. Come? Tirando l’amo della riforma costituzionale. Lo terrorizza l’idea che Mattarella possa dare a un altro (Cottarelli, Draghi, Lamorgese, Cartabia) l’incarico di formare il nuovo governo
Arriverà un Conte Ter? Il pallino, strano ma vero, è nelle stesse mani di colui che fece nascere il Conte 2: Matteo Renzi. Che a parole viene respinto come la peste da grillini e Pd, ma che nei fatti non può essere considerato fuori dai giochi. Perchè senza il suo partitino del 2-3 per cento, Italia Viva, la maggioranza non ha i numeri
Oggi, 26 gennaio, il Consiglio dei Ministri riunito da Giuseppe Conte poco prima di salire al Colle per dimettersi, ha approvato il decreto legge che garantisce al Coni l’autonomia necessaria per rispondere alle istanze della Carta Olimpica. Il governo ha rimediatro al pasticcio all’ultimo tuffo, quasi con fastidio. E invece avrebbe dovuto aggiungere al provvedimento tante scuse a tutto il mondo dello sport
Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, il premier Giuseppe Conte dovrebbe cedere la delega sui Servizi ad una persona di sua fiducia, anche se all’ordine del giorno figurano solo leggi regionali e varie ed eventuali