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Il padre di Matteo Renzi

Tiziano Renzi: bufera sul finanziamento garantito da Fidi Toscana (270 mila euro) a Chil, azienda del babbo del premier

Il padre di Matteo Renzi
Tiziano Renzi, padre del presidente del consiglio

FIRENZE – Finanziamenti irregolari? Tiziano Renzi, babbo di Matteo, il presidente del consiglio, è davvero nei guai? Il caso Chil, l’azienda di Renzi padre, che aveva ottenuto un finanziamento di 270 mila euro dal Credito cooperativo di Pontasieve, garantito da Fidi Toscana, la finanziaria della Rgione, mercoledì 14 gennaio è stata al centro dell’attenzione in Consiglio regionale. L’assessore con delega al credito, Gianfranco Simoncini, ha risposto a un’interrogazione di Fratelli d’Italia sollecitando Fidi a revocare la garanzia sul finanziamento. Motivo? Sarebbero mancate comunicazioni a Fidi da parte dell’istituto di Pontassieve. E’ stato citato anche il nome del premier,  ma perchè, nel 2009, ai tempi dell’apertura della linea di credito, era l’unico dirigente, anche se in aspettativa, della Chil.

FIDI TOSCANA – I due fatti discriminanti per la perdita della fideiussione di Fidi sarebbero la cessione del ramo d’azienda Chil Post, poi Eventi 6, non comunicata dalla Bcc di Pontassieve (come sarebbe stata tenuta, invece, a fare) e il trasferimento della sede dell’impresa a Genova, pertanto fuori dall’area di competenza dell’ente creditizio della Regione Toscana.Lapidario Simoncini: chi dovrà valutare valuterà e se ci saranno inziative da prendere le prenderemo. Quindi la presa di distanza dalla polemica da parte del governatore, Enrico Rossi: “Se ci saranno provvedimenti da prendere li prenderemo senza scadere nella strumentalizzazione politica, che mi sembra piuttosto montata”.

MONTECITORIO – Non basta. Oggi, giovedì 15 gennaio, nuova puntata. Stavolta a Roma, alla Camera dei deputati. Dove Giovanni Paglia (Sel) ha annunciato di aver depositato un’interrogazione con richiesta di risposta immediata al ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. L’esponente vendoliano scende nei dettagli e chiede conto, soprattutto, se c’è la possibilita’ per il Fondo centrale di garanzia di annullare la copertura assicurata sul prestito alla Chil, facendo valere la “clausola di inefficacia” applicabile nei casi in cui l’erogazione “venga concessa sulla base di dati, notizie o dichiarazioni mendaci, inesatte o reticenti rilevanti ai fini dell’ammissibilita’ al Fondo, che il soggetto richiedente avrebbe potuto vanificare con la dovuta diligenza professionale”.

PADOAN – Una mancanza di diligenza, a parere dell’interrogante, che si sarebbe verificata nel momento in cui non si è provveduto alla revoca in presenza di eventi potenzialmente compromissori sul piano della società patrimoniale e di un trasferimento di residenza che in se stesso avrebbe dovuto essere automatica di revoca” Paglia chiama in causa direttamente Fidi Toscana: “Occorrerebbe chiarire- scrive nell’atto ispettivo- se abbia provveduto ad informare diffusamente e tempestivamente di tutto ciò il gestore”. Un caso che potrebbe essere definito quasi di scuola almeno nei pensieri del parlamentare, il quale domanda a Padoan “se non ritenga, alla luce delle novità emerse, e per quanto di competenza, di riconsiderare le disposizioni attuate nel caso in oggetto, rivalendosi su Fidi Toscana, avviando a tale scopo una ricognizione sulle procedure, per evitare il ripetersi di situazioni similiari, a tutela del buon utilizzo delle risorse pubbliche”.

 

 

Chil, Fidi Toscana, Fratelli d'Italia, Sel, Tiziano Renzi


Ernesto Giusti


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