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Aggressione al turista americano Don Brennan

Turista americano accoltellato in piazza Duomo. Un anno dopo scrive a Firenze

 

Don Alan Brennan e il chirurgo Sergio Cardini che lo ha operato dopo l'accoltellamento a Firenze
Chico (California): Don Alan Brennan e il chirurgo Sergio Cardini che lo ha operato dopo l’accoltellamento a Firenze

 

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FIRENZE – Oggi è il 21 maggio, un anno dopo l’agguato davanti al Duomo di Firenze. All’improvviso una coltellata alla schiena, un urlo, un uomo che fugge tra la gente. Il turista americano Don Alan Brennan barcolla, riesce ancora a fare qualche passo, lo aiutano ad arrivare con le sue gambe fino alla Misericordia, dove si accascia su una panca di legno. Pochi minuti e un’ambulanza parte a sirene spiegate per l’ospedale di Santa Maria Nuova. Brennan entra in sala operatoria dove l’equipe del dottor Sergio Cardini trova una ferita profonda quasi 10 centimetri. Gli salvano la vita, ma tornerà in California con un rene solo.

Dopo un anno, il professor Brennan scrive una lettera a FirenzePost per ringraziare ancora una volta tutti coloro che gli sono stati vicini in quella che chiama solo una «sfortunata esperienza». «Io e Connie stiamo bene – scrive – e siamo entrambi sani e felici. Le cure esperte che ho ricevuto dal dottor Cardini e dagli altri medici e infermieri di Santa Maria Nuova mi hanno salvato la vita e ora ho recuperato perfettamente». Pochi mesi dopo, nell’ottobre 2013, Cardini ha «restituito» la visita ai Brennan durante una vacanza in California con la famiglia ed alcuni amici. È andato a trovare il «suo paziente» nella sua casa di Chico, proprio nell’anniversario di matrimonio tra Don e Connie. «Una bellissima giornata – commenta il professore americano – siamo stati assolutamente entusiasti di averli in casa nostra».

Un ricordo affettuoso anche per il professor Gerardo Gallo, un insegnante che « conduce un programma di scambio per studenti delle scuole superiori da Firenze a Red Bluff, California» e che, durante la degenza di Don in ospedale, fu molto vicino ai coniugi Brennan con la moglie Julia e la collega Maria. «Ci hanno aiutato a sentirci nuovamente bene» dicono.

Un saluto anche per Janice ed Enrico Verrecchia del Ristorante 13 Gobbi, a Lorenzo e Joya di un altro ristorante in via Folco Portinari (nei pressi di Santa Maria Nuova), come pure ad Alessio Giogli che, con i genitori Mario e Gloria, li ha aiutati a trovare una sistemazione per restare a Firenze tre settimane più del previsto. Preziosa anche la collaborazione di Hasmin Espiritu e Steve Barneby, del Consolato generale Usa a Firenze, che hanno fornito tutta l’assistenza necessaria dopo l’incidente, compreso il non facile cambio del biglietto aereo di ritorno: da Firenze anziché dalla Croazia, ultima tappa dell’originaria vacanza della coppia americana.

Antonio Antonelli (con il giubbotto nero) subito dopo il suo arresto
Antonio Antonelli (con il giubbotto nero) subito dopo il suo arresto

E dell’aggressore di piazza Duomo? «Non sappiamo più nulla del suo destino – scrivono i Brennan – sappiamo solo che è stato catturato poco dopo l’aggressione e che è stato in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Permetteteci di ringraziare anche la Polizia di Firenze e di congratularci per la rapidità del loro intervento».

Antonio Antonelli, questo il nome dell’accoltellatore nato a Trani nel 1975, dopo aver ferito senza apparente motivo Don Brennan all’incrocio tra piazza Duomo e via Ricasoli verso le 17.30, si era allontanato dalla zona approfittando della confusione e della gente. Tempestivo l’intervento delle Volanti del 113, dirette dal vice questore Roberto Sbenaglia, che in quel pomeriggio del 21 maggio 2103 stanno effettuando uno specifico controllo del territorio nel centro storico. Dalla centrale operativa della questura viene diramata una nota di ricerca, con le caratteristiche dell’aggressore che veste un paio di pantaloni a fiori ma soprattutto ha un giubbotto scuro con una stella rossa sulla schiena. Una possibile via di fuga può essere verso la stazione o verso il vicino mercato di San Lorenzo. Dopo una ventina di minuti dall’allarme, una pattuglia comunica: «Lo abbiamo agganciato». Sta vagando proprio nei pressi del Mercato Centrale: viene fermato e «messo in sicurezza» all’angolo tra via Nazionale e via dell’Ariento. Sono passati non più di 20 minuti dal ferimento del turista americano.

Oggi, un anno dopo, Antonio Antonelli – pregiudicato per furto e rapina – è rinchiuso in un ospedale psichiatrico giudiziario nel Sud Italia. Accusato di tentato omicidio, aggressione e porto abusivo d’arma da taglio è stato dichiarato incapace di intendere e volere e, come tale, assolto perché non punibile. La procura della Repubblica di Firenze ha fatto ricorso contro la sentenza di primo grado. Il processo d’appello si svolgerà in ottobre. Nel frattempo Antonelli resterà in regime di «misura di sicurezza» in un ospedale psichiatrico perché ritenuto socialmente pericoloso a commettere altri reati.

Ma per Don e Connie Brennan tutto questo appartiene al passato. «Salutiamo il grande popolo della bellissima città di Firenze» conclude la loro lettera. «Avete una storia di grande bellezza, arte, scienza e il luogo di nascita del Rinascimento. Abbiamo trovato tutto questo nei cuori e nelle menti delle persone che abbiamo incontrato. Speriamo di tornare a Firenze entro i prossimi anni a fra visita alle splendide persone che ci hanno lasciato ricordi duraturi e una vera amicizia in un momento altrimenti buio. Ancora grazie».

 

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FLORENCE – Today is May 21 a year after the stabbing in front of the Duomo of Florence. Suddenly a knife in the back, a scream and a man who runs away among the crowds .The American tourist, Don Alan Brennan stumbles but still manages to take a few steps which enable him to get to the Misericordia before collapsing onto a wooden bench. Within a few minutes an ambulance, sirens blaring, is on its way to the hospital of Santa Maria Nuova. Brennan, with a deep 10cm wound, is rushed into the operating theatre. Dott.Cardini and his team operate and save Brennan’s life although he will go back to California with only one kidney.
 
Il chirurgo Sergio Cardini con Don e Connie Brennan
Il chirurgo Sergio Cardini con Don e Connie Brennan a Firenze dopo l’intervento chirurgico nel maggio 2013

A year later Professor Brennan wrote to Firenze Post thanking once again all those who had helped and supported him through what he calls only “an unfortunate experience”. “Connie and I are fine, he writes, and we are both healthy and happy. The expert care I received from Dr. Cardini and the other doctors and nurses of Santa Maria Nuova saved my life and now I have fully recovered”. A few months after the incident, in October 2013, while on holiday in California with family and friends, Dott. Cardini visited his former patient Don and his wife at their home in Chico on their wedding anniversary! “It was a beautiful day, says the American Professor, and we were thrilled to have them at our home”.

 
There are also fond memories of Prof. Gerardo Gallo a teacher who leads an exchange program for high school students between Florence and Red Bluff, California and who, during Don’s hospitalization, together with his wife Julia and collegue Maria, was very close to Mr.and Mrs. Brennan. “They helped us feel well again” they said.
 
Greetings also to Janice and Enrico Verrecchia of the Restaurant 13 Gobbi, to Lorenzo and Joya of another restaurant in Via Folco Portinari (near the Santa Maria Nuova hospital) and also to Alessio Giogli who, together with his parents Mario and Gloria, helped them find accommodation for the extra three weeks in which they had to stay in Florence. Invaluable also was the collaboration and assistance of Hasmin Espiritu and Steve Barneby of the U.S. Consulate General in Florence for all matters and particularly for having overcome the difficulties in changing the airline tickets.
 
And what about the aggressor in Piazza Duomo? “We do not know anything about his fate” – write the Brennans. “We only know that he was caught, imprisoned and accused of attempted murder.” “We would like to take this opportunity to thank the Police of Florence and to congratulate them on the speed of their intervention”.
 
Antonio Antonelli is the name of the attacker. Born in Trani in 1975, after having wounded Don Brennan on the corner of Piazza Duomo and Via Ricasoli around 17.30 for no apparent reason, moved away from the area taking advantage of the confusion and the crowds. Timely was the intervention of the 113 police flying squad,led by Deputy Superintendent Roberto Sbenaglia, which was in the center for specific surveillance. From the Police operations centre a notice was given out with the details and characteristics of the aggressor who was wearing a pair of flowery pants but particularly a dark jacket with a red star on the back. A possible escape route may be towards the station or the nearby San Lorenzo market. After about twenty minutes a patrol announces that they had located the man who was wondering around the Central Market and subsequently arrested him on the corner of Via Nazionale and Via Dell’Ariento.
 
Today, a year later, Antonio Antonelli is locked up in a psychiatric prison hospital in Southern Italy. Charged with attempted murder, assault and illegal posession of a knife he has been declared unfit to plead and, therefore, acquitted because unpunishable. The Public Prosecutor’s Office has appealed against this first judgement and the appeal trial will take place in October in Florence. In the meantime, Antonelli will remain in a psychiatric hospital under a special security system as he is considered a danger to society.
 
For Don and Connie Brennan all this now belongs to the past. “We greet the great people of the beautiful city of Florence” their letter ends. “ You have a history of great beauty, art, science and the birthplace of the Renaissance. We found all this in the hearts and minds of the people we met. We hope to return to Florence within the next few years and to meeet again with those wondeful people who have left us with everlasting memories and true friendship in an otherwise dark time. Again thank you”.
 
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Sandro Addario

Giornalista

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