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Un elicottero sorvola Nave Zeffiro

Antipirateria, Marò e Gos in azione su Nave Zeffiro

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Fotoservizio FirenzePost

GOLFO DI ADEN – Una grossa fune di una ventina di metri viene rapidamente calata da un elicottero AB 212 della Marina sospeso in aria. Un team di marò del San Marco in pochi attimi è a terra, pronto ad entrare in azione. A ruota seguono gli specialisti del Gos, il gruppo operativo subacquei del Comsubin, addestrati alla bonifica di ordigni esplosivi. Una scena che potrebbe essere ovunque: su una striscia di mare, in un porto come sulla piattaforma di una nave mercantile sequestrata dai pirati con ostaggi a bordo. L’addestramento deve essere costante e al massimo livello.

Questa volta si tratta di un’esercitazione a bordo della fregata Zeffiro, che sta incrociando nel golfo di Aden a sud dello Yemen, in attività antipirateria nell’ambito della missione «Atalanta> di EuNavFor, la forza navale europea di cui attualmente fanno parte Olanda, Italia, Germania e Spagna. La zona di mare da pattugliare è al momento il cosiddetto Irtc (Internationally recommended transit corridor) un corridoio di mare verso l’imbocco da sud del Mar Rosso, dove viene consigliata la navigazione ai mercantili. Una sorta di autostrada del mare, dove viene assicurata protezione e assistenza in caso di possibili assalti di pirati.

I numeri per ora stanno dando ragione alle operazioni di sicurezza marittima di cui l’Italia fa parte. Dal 2008 al 2011 si sono avuti oltre 500 attacchi o tentativi di attacco di pirati contro le navi in transito da e verso l’Europa, nel 2012 sono scesi a 35 e nel 2013 ad appena 3. Questi ultimi peraltro non riusciti.

Se la sicurezza è garantita, il livello di guardia non va mai abbassato. Periodicamente da Nave Zeffiro vengono effettuate anche esercitazioni di tiro contro bersagli simulati in mare. Potrebbe trattarsi nella realtà di un barcone dalle intenzioni ostili, che non rispetta l’ordine di fermarsi per farsi ispezionare. Ci può essere allora la necessità di aprire il fuoco anche se solo a scopo dissuasivo, a distanza dal «bersaglio». Come un poliziotto che è costretto a sparare un colpo in aria durante un inseguimento.

Ieri si sono alternati sul ponte dello Zeffiro i fucilieri della neo Brigata Marina San Marco (erede storica della fanteria da sbarco) e il personale di tiro della nave. Un bersaglio, di dimensioni estremamente più ridotte rispetto ad un qualunque barcone, è stato lasciato alla deriva in mare a qualche centinaio di metri di distanza e centrato dai colpi di precisione dei marinai.

Vedendo «quelli del San Marco» in attività il pensiero non può non correre ai due marò Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, ancora bloccati in India da 19 mesi. Nessuno ne parla, ma negli occhi di tutti è come leggere: «Vi pensiamo ogni giorno e vi aspettiamo a casa fiduciosi».

 

(4 – CONTINUA)

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Sandro Addario

Giornalista

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