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Disoccupazione giovanile, Italia al top nella UE

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La sede della Bce

FRANCOFORTE – Italia come Grecia e Spagna. La crisi economica che ha messo e sta mettendo in ginocchio il nostro Paese è evidente, se ce ne fosse bisogno, anche nei dati della Bce. La Banca Centrale Europea indica infatti Grecia, Spagna e Italia in cima alla classifica della disoccupazione giovanile fra i 18 Paesi dell’Eurozona.

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE – «Dall’avvio della crisi finanziaria il tasso di disoccupazione giovanile, definito come il rapporto tra il numero dei giovani disoccupati (di età compresa fra i 15 e i 24 anni) e la forza lavoro nella stessa fascia d’età, ha registrato un aumento considerevole nell’area dell’euro, dal 15 per cento circa nel 2007 al 24 per cento nel 2013», afferma la Bce. «Sia il livello sia l’incremento del tasso di disoccupazione risultano molto più elevati per i giovani (fascia di età 15-24 anni) che per gli agli altri lavoratori (oltre 24 anni)». L’evoluzione del tasso di disoccupazione giovanile cela notevoli differenze fra paesi: in Austria e a Malta l’incremento è stato moderato e in Germania si è persino registrato un calo. Il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato in maniera particolarmente marcata nei paesi soggetti a tensioni di mercato. La Bce indica queste percentuali: «nel 2013 su valori compresi fra il 50 e il 60 per cento in Grecia e in Spagna, raggiungendo livelli prossimi al 40 per cento in Italia, Portogallo e Cipro e al 30 per cento in Irlanda. Per una serie di paesi, non solo quelli sottoposti a tensioni di mercato, livelli elevati di disoccupazione e di inattività giovanile non costituiscono un fenomeno nuovo, anche se sono stati esacerbati dalla crisi». La Bce è stata anche benevola nelle sue valutazioni, perché in realtà l’Istat ha certificato, nel suo ultimo rapporto, che la disoccupazione giovanile in Italia è salita al 41,6%.

POLITICHE EUROPEE – «In un tale contesto – sottolinea l’Eurotower – una disoccupazione giovanile alta e persistente rappresenta oggi una delle principali sfide per i responsabili delle politiche europee, alla luce dei cospicui costi che ne derivano sul piano sociale ed economico. Nonostante le diverse azioni intraprese a livello europeo a sostegno dell’occupazione giovanile, come le cosiddette youth guarantee schemes e youth unemployment initiatives, è necessario che le autorità nazionali prendano misure aggiuntive, intensificando in particolare l’attuazione delle riforme strutturali».

Il rapporto della BCE sancisce in concreto il fallimento delle politiche europee e delle conseguenti politiche nazionali in tema di lotta alla disoccupazione, in particolare fra i giovani. L’azione degli ultimi nostri governi non ha corretto, anzi ha ha aggravato questa tendenza. Vedremo se, dopo le schermaglie interne al Pd, il nuovo esecutivo sarà capace d’imprimere una sterzata a questo importante settore. Ne va del futuro del nostro Paese.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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