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Università: le regole del turn over penalizzano il centro sud. Anche Firenze

La Scuola Superiore Sant'Anna
La Scuola Superiore Sant’Anna

Il record italiano di più alta percentuale di turn-over in una pubblica amministrazione, per il 2013, era stato conquistato  dalla Scuola Sant’Anna di Pisa (+213%) a seguito di una decisione del dicastero diretto dal ministro Carrozza (suo ex-rettore). Visto l’ovvio clamore suscitato dalla vicenda era stato promesso un cambio di rotta, che a conti fatti non si è però verificato. C’è chi si vede assegnare, quest’anno, addirittura un turn over pari al 528% (con un guadagno del +1017% rispetto alla media degli altri atenei) mentre la Sant’Anna si è dovuta “accontentare” del secondo posto ex-aequo con un turn-over del 427% rispetto ai pensionamenti nell’anno precedente.

ROARS – L’analisi fatta da Beniamino Cappelletti Montano sul blog Roars (return of academic research) è molto precisa e documentata e si basa sui dati che lo scorso 22 Dicembre il MIUR ha reso noti in base alla distribuzione dei Punti Organico 2014, cioè delle possibilità di assunzioni di nuovo personale negli atenei statali. Vi era molta attesa quest’anno, dopo che il nuovo Ministro, forse memore delle animate polemiche avvenute lo scorso anno, aveva solennemente annunciato un deciso cambiamento.

PUNTI – In termini assoluti gli atenei che guadagnano più punti organico rispetto al turn-over medio del 50% prescritto dalla legge sono il Politecnico di Milano (+ 29,4 P.O.) e l’Università di Milano (+ 19,3 P.O.). Le università che invece perdono risorse per le nuove assunzioni sono dislocate nelle due capitali del Centro-Sud: Roma “La Sapienza” (-26,5 P.O.) e Napoli “Federico II” (-22,1 P.O.).

ROMA E NAPOLI – Le due università che calano maggiormente nel totale dei punti organico derivanti dai pensionamenti sono, fra l’altro, università virtuose. Gli indicatori di bilancio di Roma “La Sapienza” e di Napoli “Federico II” soddisfano pienamente le prescrizioni del MIUR per l’attribuzione della “patente di virtuosità” (Indicatore Spese Personale < 80% e ISEF ≥ 1). Insieme a queste due università vi è un folto gruppo di atenei virtuosi, anch’essi penalizzati: Calabria, Cagliari, Urbino, Pavia, Torino, Parma, Napoli “Orientale”, Tuscia, Firenze, Catania, Roma “Tor Vergata”, Politecnico di Bari, Genova, Perugia, Udine.

CATANZARO – L’ateneo col maggiore turn-over, in percentuale, risulta Catanzaro, con il 528% e un guadagno del 1017%. Seguono, appaiate, Pisa Sant’Anna e Roma Foro Italico, alle quali è attribuito un turn-over del 427% con un + 753% di punti organico. Questi atenei potranno assumere circa il quintuplo del personale andato in pensione l’anno prima. Un caso senza precedenti.

TASSE – Sono state ancora una volta avvantaggiate le università col più alto livello di tassazione studentesca, prevalentemente nel Nord-Italia. Anche quest’anno dunque  il MIUR non sembra aver tenuto conto del limite massimo alle tasse studentesche previsto dalla legge, né tantomeno della richiesta del CNSU di non considerare le tasse universitarie nell’assegnazione dei punti organico per non alimentare una folle corsa all’aumento della tassazione studentesca.

SCUOLE SPECIALI – Si registra infine un altro preoccupante fenomeno, evidenziato anche lo scorso anno: il travaso di risorse da molti atenei del Centro-Sud e da alcuni atenei del Centro-Nord a favore delle “Istituzioni ad ordinamento speciale” (Pisa Normale, Pisa Sant’Anna, SISSA), delle “Università per Stranieri” (Stranieri di Siena e Stranieri di Perugia – di cui peraltro l’attuale Ministro era rettore) e dell’Università di Roma “Foro Italico”. Il travaso si spiega facilmente con le regole in vigore: questi istituti universitari godono infatti di finanziamenti specifici, elargiti in modo differenziato rispetto all’FFO destinato alle altre università statali, e non devono sottostare a molte delle rigidità legislative che invece affliggono gli altri atenei (per esempio la recente applicazione dei costi standard, il vincolo di legare i bandi per prof. ordinari a quelli da rtd-b, ecc).

 

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