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Elezioni in Toscana: Mugnai è l’avversario che Rossi non voleva

E’ proprio l’avversario che Enrico Rossi non voleva. Perché Stefano Mugnai impersona il suo più acceso accusatore nella gestione della sanità toscana. E’ stato lui ad infiammare la polemica sul famigerato buco dell’Asl di Massa; lui a puntare il dito sul governatore, e sull’assessore Luigi Marroni, per la scelta di mettere ticket sui medicinali e sulle visite specialistiche; lui che ha difeso i piccoli ospedali dall’ipotesi di chiusura o di trasformazione in ambulatori.  Ancora lui a rivelare all’opinione pubblica le assoluzioni dei manager massesi, che Rossi aveva indicato come i maggiori  responsabili del “buco”.

Da sponde opposte, Rossi e Mugnai hanno avuto carriere parallele.  S’incrociarono per la prima volta nel 2010: il governatore, già assessore alla sanità, si preparava a sostituire Claudio Martini. Mugnai è stato, per cinque anni, il suo contraltare come vicepresidente della commissione sanità del Consiglio regionale. Si è specializzato nel rendergli la vita difficile, accusandolo di sprecare risorse soprattutto nel non tagliare gli apparati della sanità, ossia le poltrone dei pagatissimi direttori generali.  E francamente, Rossi ha fatto di tutto per prendersi le critiche, soprattutto con il nuovissimo piano sanitario: quando ha deciso, è vero, di ridurre a tre sole le Asl, ma senza mandare a casa i direttori generali uscenti. Tutti rimasti al loro posto come vicedirettori. E nominando, sopra di loro, tre super direttori con il compito di gestire la trasformazione. In sostanza tre manager con poteri da politico. E l’assessore alla sanità (ancora Luigi Marroni o la renziana Stefania Saccardi)  che cosa dovrà fare?

Con Mugnai, Rossi non avrà vita facil in campagna elettorale. Ma nemmeno il neo candidato alla presidenza  si troverà nella situazione più idonea di sfidante se il centrodestra, il 31 maggio, si presenterà in ordine sparso. Finora Fratelli d’Italia ha il suo candidato (Donzelli), la Lega idem  (l’economista milanese Borghi). E gli alfaniani di Ncd non hanno chiarito se manterranno, o meno, la candidatira del grossetano Lamioni. Quattro candidati presidenti faranno la fine dei Curiazi. Uno solo, Mugnai, potrebbe essere un Davide che prova a mettere a dura prova la forza di un Golia (Rossi) attaccato da sinistra dall’intraprendente candidato del “Sì”, Fattori. Morale? Una sfida elettorale equilibrata non farebbe male alla Toscana: soprattutto perché potrebbe riaccendere l’interesse e di, conseguenza, la partecipazione al voto. L’uomo solo al comando, in politica, non è mai visto di buon occhio.

elezioni regionali, Toscana


Sandro Bennucci

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