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Corruzione: nonostante Cantone l’Italia resta peggio di Botswana, Ruanda e Ghana

corruzione

ROMA – Diminuisce, sia pur di poco, la percezione della corruzione in Italia, che risulta pero’ il secondo membro Ue piu’ corrotto dopo la Bulgaria. Nel rapporto 2015 di Transparency International, il Paese risulta sessantunesimo per corruzione percepita in una lista che vede al vertice le nazioni considerate piu’ sane, con un punteggio di 44 punti, in miglioramento rispetto ai 43 punti del 2014. Nel 2014 la penisola si era piazzata al sessantanovesimo posto su 175.

Non c’e’ comunque molto di cui rallegrarsi. In una scala da zero (“molto corrotto”) a cento (“molto pulito”), con 44 punti l’Italia si trova comunque nella parte sinistra della classifica per punteggio, ovvero tra quei paesi dove “la corruzione tra istituzioni pubblici e dipendenti e’ ancora comune”. E nella classifica dal paese meno corrotto al piu’ corrotto, ci piazziamo significativamente dietro la maggior parte dei membri dell’Ocse, condividendo la sessantunesima posizione con Lesotho, Montenegro, Senegal e Sud Africa. Nella Ue fa peggio solo la Bulgaria (che l’anno scorso condivideva la stessa posizione dell’Italia), mentre Grecia e Romania ci superano al cinquantottesimo posto, salendo entrambe di ben undici posizioni. E tra le nazioni che ci battono in trasparenza figurano Botswana (ventottesima), Ruanda (quarantaquattresima) e Ghana (cinquantaseiesima).

CASERTA – A proposito di corruzione in Italia si ha notizia che la polizia di stato e la guardia di finanza di Caserta stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’autorita’ giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di tre persone resesi responsabili del reato di corruzione nell’ambito di appalti per opere pubbliche. L’attivita’ investigativa ha fatto emergere un consolidato rapporto tra un imprenditore casertano e due tenenti colonnello dell’Esercito Italiano che si occupavano di gare d’appalto per l’affidamento di lavori commissionati dal Ministero della Difesa.

Il Governo ha cercato di attivare norme e strumenti per frenare la corruzione, ha creato anche un’apposita Autorità nazionale, affidandone la presidenza al magistrato Raffaele Cantone, ma tutta questa frenetica attività non è valsa a limare il fenomeno, che pervade una gran parte della società. Ci vorranno anni e un’azione di bonifica della pubblica amministrazione, una moralizzazione sempre maggiore della politica perché si arrivi a un risultato tale che non ci faccia sprofondare nella classifica al di sotto di Paesi che non rientrano nella sfera Ocse. Ma temo che ancora per lungo tempo resteremo in ‘zona retrocessione’, per usare un paragone calcistico. Per ora non sono alle viste cambi alla guida tecnica, come si usa fare nel mondo del pallone.

corruzione, Italia, ocse

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