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Economia: i vescovi italiani smentiscono il governo, la crisi è ancora grave

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VATICANO – Nella loro riunione periodica i vescovi italiani ormai da tempo non affrontano più problemi religiosi, trattano piuttosto questioni attuali di economia e politica, facendo spesso le pulci ai vari governi. In particolare a Berlusconi, ma non risparmiando talvolta neppure Renzi. Nell’ultima assise, tenuta ieri in Vaticano, oltre a invitare i cittadini a essere informati sui contenuti del referendum per votare consapevolmente, i vescovi hanno rilevato, anche in virtù delle testimonianze che ricevono ogni giorno nelle varie diocesi, che, nonostante le dichiarazioni rassicuranti del governo la crisi economica permane grave.

Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco enuncia indici tutt’altro che positivi:  “Ci spiace dover ripetere alcune cose, ma – in quanto pastori che vivono in mezzo al loro popolo – abbiamo l’obbligo di dar voce a chi non ha voce o ne ha troppo poca. Le nostre parrocchie sono testimoni di come la povera gente continui a tribolare per mantenere sé e la propria famiglia. Vediamo aumentare la distanza fra ricchi e poveri; lo stesso ceto medio è sempre più risucchiato dalla penuria dei beni primari, il lavoro, la casa, gli alimenti, la possibilità di cura. Con speranza sentiamo le dichiarazioni rassicuranti e i provvedimenti allo studio o in atto; ma le persone non possono attendere, perché la vita concreta corre ogni giorno, dilania la carne e lo spirito”. Nella relazione che il cardinale Bagnasco ha letto davanti al parlamentino dei vescovi non ci sono ombre di dubbio di come il quadro globale sia precipitato.

La fiducia nel domani diminuisce, gli adulti che hanno perso il lavoro sono avviliti o disperati, molti giovani – che mostrano spesso genio e capacità sorprendenti – si stanno rassegnando e si aggrappano ai genitori o ai nonni, impossibilitati a farsi una vita propria. Gli indicatori ufficiali parlano chiaro: i nuovi contratti sono diminuiti del 12,1% (Ministero del Lavoro), il Pil non è cresciuto, la disoccupazione, tra i 15 e i 24 anni, è salita al 39,2% (Istat). Anche la produzione industriale risulta diminuita dello 0.8% (Istat)”.

La Chiesa segue “con viva partecipazione i tentativi di varie categorie di lavoratori del mondo dell’ industria, della ricerca, delle aree portuali” di difendere il proprio posto di lavoro. “La Chiesa è vicina ai lavoratori e alle loro famiglie, e lo sarà sempre in nome della dignità di ogni persona, consapevole che lavoro e famiglia sono legati e costituiscono il tessuto connettivo della società e dello Stato”.

Infine una parola di elogio al governo in tema d’immigrazione: nell’accoglienza ai migranti «l’Italia è in prima linea e, nonostante difficoltà oggettive, continua a fare tutto il possibile su questo fronte che la vede ancora troppo sola». Una critica neppure troppo velata agli egoismi che imperano ancora in molti stati europei e all’incapacità dell’Unione europea di affrontare e risolvere il problema.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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