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Unione Europea: il commissario Moscovici apre alla concessione di maggiore flessibilità all’Italia

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ROMA – Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si appresta a concordare un nuovo compromesso in Europa per conquistare gli spazi di bilancio che per l’Italia vengono inseriti nel Draft budgetary plan, il documento programmatico utilizzato da Bruxelles per esprimere il suo giudizio sulla manovra. Considerando le varie posizioni all’interno della Commissione, l’apertura non potrà probabilmente essere assoluta, ma l’Italia potrebbe godere di qualche decimale in più rispetto al 2,0% di deficit inserito nelle tabelle della Nota di aggiornamento al Def.

Lo si comprende dalle parole di Pierre Moscovici, responsabile Ue agli Affari economici, nella riunione del Fondo Monetario a Washington: «L’Italia se la caverà, con il nostro aiuto». Una mano che dovrebbe essere tesa non solo sulla flessibilità dei conti invocata dall’Italia per terremoto e migranti, ma anche sul futuro del sistema bancario, ancora incerto tra cessione delle 4 good bank, aumento di capitale di Mps e smaltimento delle sofferenze.

Moscovici parla «di flessibilità precise, limitate e chiaramente spiegate», ma possibili, per le spese necessarie a far fronte alla crisi dei rifugiati o a un terremoto, come nel caso specifico dell’Italia, «o per un Paese che soffre attacchi terroristici» come nel caso di Belgio e Francia. In questo momento sanzionare sarebbe per l’Europa un fallimento, spiega il commissario, e non farebbe che dare adito ai populismi, anche nel nostro Paese, dove la minaccia esiste e dove vanno quindi sostenuti – politicamente ed evidentemente anche economicamente – gli sforzi del governo Renzi.

Tornando all’Italia, nella relazione di accompagnamento alla Nota di aggiornamento al Def, l’esecutivo ha già chiesto al Parlamento di poter alzare l’asticella dell’indebitamento «fino al 2,4%», proprio per far fronte alle spese eccezionali di terremoto e migranti, e non a caso le indiscrezioni parlamentari suggeriscono un possibile rialzo al 2,2% nel documento programmatico atteso a Bruxelles per il 17 ottobre. Indicazioni in tal senso potrebbero probabilmente arrivare anche nell’audizione di Padoan fissata per martedì prossimo 11 ottobre, propedeutica al voto in Aula slittato proprio a mercoledì.

 

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