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Pubblico impiego: oggi il via al decreto su pagelle, assunzioni, precari, licenziamenti, partecipate

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ROMA – La maxi-operazione di riforma della Pubblica Amministrazione sta per tagliare un traguardo, oggi  arriveranno in Consiglio dei ministri i decreti bis su partecipate, furbetti del cartellino e dirigenti medici delle Asl. L’altro capitolo, quello più pesante, il nuovo Statuto del lavoro pubblico, dovrebbe invece approdare a palazzo Chigi la prossima settimana.
Il Governo in queste ore ha lavorato su tutti i fronti e le novità non mancano. E’ stato definito il piano per il  superamento del precariato, che interesserà le situazioni a partire dal 2010, è stato allargato ancora lo spazio da  riconoscere ai contratti. Poi, in risposta alla sentenza della Consulta che prevede l”intesa con le Regioni, sono state ritoccate le scadenze per la sforbiciata alle partecipate. E ancora è saltata la short list da cui i presidenti di Regione devono pescare i manager della sanità.
Nulla è invece cambiato per le espulsioni lampo. Chi striscia il budget e poi se ne va sarà licenziato. E che l’aria sia cambiata appare chiaro anche dai dati aggiornati del ministero: nel 2015 sono stati 280 i lavoratori licenziati, in crescita di quasi un quarto rispetto all”anno prima. La gran parte (108) ha interessato assenteisti. Probabilmente l’annuncio della stretta si è fatto sentire, ma comunque finisce con la sanzione massima solo una piccola parte dei procedimenti disciplinari aperti (oltre 8mila).
Ecco allora le novità del pacchetto Madia, che sarà diviso in due diversi Cdm, posto che la riforma degli statali deve essere presentata entro il 28 febbraio.

PARTECIPATE – Entro il 30 giugno gli enti pubblici dovranno presentare dei piani in cui mettere nero su bianco le partecipazioni da eliminare perché fuori dai nuovi target (fatturato sotto un milione di euro, più amministratori che dipendenti). Rispetto al testo originario, entrato in vigore a settembre, c’è una proroga di tre mesi, per venire incontro alle richieste delle Regioni. C’è anche un ammorbidimento della regola sull’amministratore unico, non sarà un decreto a stabilire quando derogare e fare un cda, ma basterà una delibera, seppure motivata, dell’assemblea.
Più tempo anche per adeguare gli statuti alle novità, fino al 31 luglio.

ASSUNZIONI – Si passerà da un’impostazione rigida, basata su piante organiche, a un modello che guarda a esigenze concrete e figure strategiche. Novità anche per i concorsi, inglese nelle prove e tetto al 20% dei posti per gli idonei. Si traccia una roadmap per assorbire i precari che sono a servizio da 3 anni, anche non continuativi, degli ultimi 8. Parallelamente verranno vietati i co.co.co e sarà data la possibilità di fare contratti a tempo per vincitori di concorsi in fila per una chiamata. In attesa che parta il piano si dà la possibilità di fare proroghe per non lasciare nessuno per strada.

PAGELLE – Saltano i vincoli della legge Brunetta ma resta il principio per cui non tutti possono uscire con lo stesso voto. I contratti dovranno garantire una differenziazione dei giudizi, per mettere fine a una distribuzione a pioggia dei premi. Ai fini del riconoscimento del merito e, quindi, dei bonus, rilevanza verrà data alla performance della squadra, su cui si potranno data alla performance della squadra, su cui si potranno pronunciare anche i cittadini.

FURBETTI  – E’ affidata ai contratti la formula per colpire chi marina puntualmente il lunedì e il venerdì o i casi di assenze collettive in periodi sensibili, date da bollino rosso. Inoltre per frenare il fenomeno saranno messi tetti a fondi per premi laddove risultino tassi di assenteismo sopra la media. La competenza sugli accertamenti passa dalle Asl ai medici dell’Inps, con la creazione di un polo unico per pubblico e privato. Grazie a un sistema informatico avanzato le visite saranno mirate.

LICENZIAMENTI – Sarà fatto ordine sui casi di licenziamento, dallo scarso rendimento alla cronica condotta illecita, qualora ci sia profilo penale. I tempi per arrivare a decidere sulla sanzione si riducono da quattro a tre mesi e a un mese per tutti i casi di flagranza, viene quindi estesa la procedura sprint applicata ai furbetti del cartellino (con sospensione entro 48 ore e rischio licenziamento anche per il dirigente che si gira dall’altra parte). Per gli statali resta intatto l’articolo 18, con reintegra e risarcimento nei casi di ingiusta espulsione. Ma vizi formali, cavilli giuridici, non potranno determinare l’annullamento della sanzione.

concorsi, licenziamenti, precari, Statali


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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