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Un Faldistorio per la Cattedrale di Firenze

Un faldistorio per la Cattedrale di Firenze

Un Faldistorio per la Cattedrale di Firenze
Un Faldistorio per la Cattedrale di Firenze

FIRENZE – La Cattedrale di Firenze ha finalmente il suo faldistorio. Un dono da parte dell’ Opera di Santa Maria del Fiore e realizzato dall’artista Massimo Lippi, che ha tra i suoi committenti nientemeno che il Papa uscente Benedetto XVI.

Il faldistorio, dal latino medioevale faldistorium, è un sedile mobile senza spalliera a doppi braccioli, usato fin dal 11° secolo dalle più alte autorità ecclesiali durante le cerimonie solenni.

Si tratta di una seduta in bronzo eseguita con l’antica tecnica della fusione a cera persa e rifinita a mano con ceselli, alla maniera della botteghe quattrocentesche. Ispiratosi alla simbologia della vigna – tra i maggiori simboli cristiani della scultura paleocristiana, romanica e gotica – l’artista ha rappresentato una vite con grappoli di uva, gemme e tralci che percorrono il faldistorio conferendogli un significo spirituale. Nelle gemme della vite sono raffigurati la Madonna e nel lato opposto San Giovanni Battista, alla sommità dei braccioli rispettivamente San Zanobi, Santa Reparata e gli stemmi del Cardinale Giuseppe Betori e dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Nella superficie della seduta il Maestro Lippi ha scolpito una raffinata scultura traforata, a “giorno”, che rappresenta i virgulti della vigna e altri simboli tra i quali il motto dello stemma del Cardinale “Deo et Verbo Gratiae ”, l’alfa e l’omega quale significato di Cristo inizio e fine.

Massimo Lippi è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, ha realizzato nella sua carriera numerosi monumenti in varie parti del mondo e opere per Chiese e Cattedrali italiane, e poeta. Ha pubblicato numerosi libri di poesie, tra cui una raccolta di versi in “Nuovi Poeti Italiani” (Einaudi 1982). Lippi è da poco rientrato dal Perù dove ha realizzato un’importante performance nel Parco Miraflores di Lima fasciando il tronco degli alberi monumentali e facendo gemere il rosso vivo del sangue a significare francescanamente il dolore di una natura ferita. Attualmente sta lavorando alla realizzazione di un progetto per un museo subacqueo a Talamone.

Arte e Musei


stefania ressa

Giornalista

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