Arrestato l’autore del raid incendiario in Por S.Maria

Il raid incendiario che sabato 13 aprile ha distrutto un negozio di pelletteria in via Por Santa Maria a Firenze non era un gesto intimidatorio della criminalità organizzata, come in un primo tempo si era temuto. La squadra mobile della questura di Firenze ha arrestato ieri l’uomo ritenuto l’autore del gesto, un architetto di 43 anni, Vincenzo Santaiti, originario della provincia di Reggio Calabria ma domiciliato a Firenze.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti della sezione Contrasto al crimine diffuso della Mobile, alla base del gesto ci sarebbe stato l’invito formale rivolto al Santaiti da parte del titolare del negozio a non entrare più nel suo locale, perché in più di un’occasione aveva molestato una delle commesse, sue ex compagna.

Un atteggiamento persecutorio classico, il cosiddetto “stalking”, che aveva indotto la donna spesso ad uscire dalla porta sul retro del negozio o a farsi venire a prendere da amici. Non solo, ma per poter seguire la donna si era iscritto alla stessa palestra, presentandosi alla sua abitazione senza invito e tempestandola di telefonate e sms.
Ma la causa scatenante dell’incendio che ha semidistrutto il locale è stato il diverbio con il titolare del negozio. Nella notte tra sabato 13 e domenica 14, dopo aver rotto il vetro della porta finestra con un martello e gettato dentro materiale infiammabile, avrebbe dato fuoco all’ingresso del negozio.
Non sapeva che una telecamera stava riprendendo la scena. Anche se semi incappucciato, le immagini sono state utili agli inquirenti per risalire al Santaiti. Nella sua abitazione in via Guelfa sono stati ritrovati, dentro un sacchetto, un giubbotto con un cappuccio del tutto simile a quello ripreso dalla telecamera, un martello da carpentiere e diavolina solida. Oggetti inusuali per chi in casa non ha un caminetto o un barbecue da accendere.
Si è appurato che risulta essere lo stesso autore di un altro incendio appiccato al ristorante 13 Gobbi di Firenze, avvenuto il 30 settembre 2012, dopo un alterco con il gestore del locale.
L’uomo si trova nel carcere di Sollicciano e dovrà rispondere del reato di incendio doloso aggravato e di atti persecutori nei confronti della sua ex compagna.
