Equitalia, più difficile pignorare stipendi e pensioni

Più difficile per Equitalia pignorare stipendi e pensioni. L’istituto ha stabilito, con decorrenza immediata, di non procedere ai pignoramenti sui conti correnti di banche e poste dove affluiscono i redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati di importo inferiore a 5 mila euro. L’azione di recupero di un credito dovrà essere effettuata in prima battuta direttamente alla fonte, effettuando il pignoramento direttamente al datore di lavoro o all’istituto previdenziale. Tutto questo per evitare di bloccare un conto corrente che costituisce l’unico sostentamento per una famiglia.
Si tratta di un’iniziativa interna di Equitalia per tutelare le fasce più deboli dei cittadini in attesa che vengano adottati interventi normativi che stabiliscano nuove regole.
Nello scorso anno due disposizioni del governo si sono accavallate sull’argomento. Nel decreto di marzo sulle semplificazioni fiscali erano state attenuate le possibilità di Equitalia di rivalersi sulle retribuzioni: infatti il limite storico del quinto dello stipendio veniva limitato ai redditi superiori ai 5.000 euro; da 2.500 a 5.000 veniva abbassato ad un settimo, sotto i 2.500 ad un decimo.
Ma questa progressiva tutela dei redditi minori si era andata ad intrecciare con l’obbligo, contenuto nel decreto ‘Salva Italia’, di pagare stipendi e pensioni con bonifico bancario, vietando i pagamenti in contanti superiori ai 1.000 euro.
Questo ha reso difficile la applicazione della scaletta graduale, che è stata quindi abolita, lasciando aperto solo lo scaglione più alto e tenendolo sempre distinto dagli altri risparmi.
