Crisi, la sanità toscana ha tenuto


FIRENZE – «Nell’annus horribilis per la sanità, nazionale e toscana, il 2012, la nostra sanità, non solo ha tenuto, ma ha portato i conti in pareggio ed è anche migliorata». A sostenerlo l’assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana, Luigi Marroni commentando i risultati della valutazione delle performance delle aziende sanitarie toscane, condotta come ogni anno dal Laboratorio management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
A sottolineare la buona salute del sistema sanitario toscano ci sono tre aspetti. L’inversione di tendenza dal punto di vista economico: i bilanci delle aziende del 2012 sono tutti in pareggio (dicono dalla Regione). Inoltre il sistema sanitario sta subendo una riforma in senso moderno, quindi i risultati della valutazione del MeS, che ci indicano un miglioramento complessivo della qualità del sistema.
Alcuni dati. Si è registrato un miglioramento su oltre il 65% degli indicatori presi in esame. Complessivamente tutte le aziende sono migliorate, e si è ridotta la differenza regionale. Le morti evitate grazie a interventi tempestivi ed efficaci in Toscana sono molte di più rispetto al dato nazionale: quelle per tumore maligno, 18 in più; morti evitate a 30 giorni per ictus, 32; per frattura del collo del femore, 15; per bypass aortocoronarico, 37; per infarto, 25.
«La stessa azienda di Livorno, che in questi giorni è stata al centro di polemiche –ha spiegato Marroni- ha avuto per esempio ottimi risultati per quanto riguarda l’oncologia».
Polemica con i sindacati. Sulla riorganizzazione del sistema sanitario toscano che, prevede la riduzione dei posti letto in ospedale, «il confronto non è assolutamente sufficiente e il quadro che emerge non è chiaro e lontano dalla nitidezza che sarebbe necessaria». Lo sostengono la Cgil e la Cisl toscana. A fronte del taglio dei posti letto in ospedale, ricordano i sindacati, è previsto «il rafforzamento del territorio che vuol dire medici di famiglia, case della salute, cure intermedie, assistenza domiciliare».