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Renzi: «Se il Pd ci mette la faccia vince»

Matteo Renzi negli studi di Piazzapulita su La7
Matteo Renzi negli studi di Piazzapulita su La7

FIRENZE – Ancora un Matteo Renzi a tutto campo, ha spaziato dal risultato della amministrative, dal presente al futuro del Pd, dal Governo alle riforme per finire con Grillo. Lo ha fatto dagli schermi di Piazzapulita su La7.

Dai risultati delle elezioni amministrative «arriva un segnale di grande speranza per il centrosinistra e il Pd. I sindaci danno un importante segnale di speranza. Sono contento anche per il mio amico Bruno Valentini a Siena, dopo la vicenda Mps, non era facile».

Renzi sorride perché per il Pd è «un grande giorno di festa per i comuni, è un filotto. Vinciamo nel momento peggiore in Friuli Venezia Giulia con la Serracchiani, vinciamo a Vicenza al primo turno e ora al ballottaggio facciamo filotto. Provo grande gioia per il risultato di Roma, ma sono entusiasta per Treviso. Abbiamo sconfitto Gentilini, uno che cacciava gli immigrati, abbiamo sconfitto la Lega sul suo territorio». E questo perché secondo il sindaco «se il Pd riprende a parlare con parole di speranza e ci mette la faccia, si vince».

«Abbiamo vinto sul Pdl in retromarcia. Loro perdono voti anche con Berlusconi. Qui vince chi perde meno. Ma se arriva chi muove il paese, si torna a votare. Le larghe intese sono la sconfitta del centrosinistra anche se oggi sono l’unica soluzione».

Ha sottolineato che il dato dell’affluenza bassa alle urne non è diverso dalla media dell’Unione Europea ma è preoccupante. «La gente è stufa di promesse non mantenute. Non basta una commissioncina, non basta chiamare dei saggi per sapere che le cose non vanno. Se arriva una candidatura o più candidature che risvegliano l’entusiasmo o danno orizzonte e visione, riportiamo a votare chi si è astenuto».

Capitolo-riforme, il primo cittadino aspetta segnali sulla legge elettorale, ma è scettico. «Va bene la discussione sul semipresidenzialismo, se alla fine decidono. Io do anche fiducia. Mi rimangono i dubbi perché se fossero d’accordo potrebbero dare un segnale di buona volontà sulla legge elettorale. Ma non essendo d’accordo su nulla c’è il rischio che non facciano neanche l’altra».

Ed eccoci al prossimo Congresso Pd e alla sua eventuale candidatura alla segreteria. Matteo Renzi non ha sciolto la riserva su una sua candidatura a segretario, ma ha rinnovato la richiesta di non cambiare le regole delle primarie. «Certo che mi fido di Epifani, ma il modo migliore di fidarmi è che non cambino le regole. Le primarie le voglio come l’altra volta. Come sono state quelle di Marino, Ambrosoli, Pisapia? Sono sempre state tutte uguali. Ho vinto le primarie nel 2009 a Firenze, votavano i sedicenni, non c’era bisogno di recitare a memoria il codice fiscale di Stumpo». Detto questo, non è detto che si candidi anche se non cambiano le regole. «Non so nemmeno se mi candido con queste. L’altra volta ho detto ‘ho perso’ e sono l’unico che non ha chiesto un premio di consolazione. La vera scommessa non è capire cosa fa Renzi, ma se il Pd intercetta il bisogno di cambiamento che arriva dall’Italia».

Ha chiuso con una battuta su Grillo. «Beppe Grillo è un grandissimo uomo di spettacolo che ha fatto un sacco di soldi con i suoi spettacoli, e io sono uno dei suoi finanziatori…».


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Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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