Il comandante di Nave Zeffiro: «Così garantiamo sicurezza alla navigazione»

ACQUE DELLA SOMALIA – «Partecipiamo all’Operazione Atalanta di contrasto alla pirateria marittima non solo per tutelare gli interessi economici del traffico mercantile italiano ed europeo ma per assicurare la libertà di navigazione e la salvaguardia della vita umana in mare».
Il capitano di fregata Marco Antoniazzi, 41 anni, comandante di Nave Zeffiro della Marina militare italiana, è appena uscito dalla plancia dopo aver diretto le operazioni di scorta del mercantile Dokos dal Mar Rosso fino al porto di Berbera in Somalia. La nave, che porta grano, riso e farina per conto del Programma Alimentare Mondiale (Wfp) delle Nazioni Unite, è giunta a destinazione senza rischi anche grazie all’assistenza della fregata italiana, che l’ha costantemente seguita a poca distanza pronta a intervenire in caso di criticità.
Atalanta è un’operazione gestita dall’Unione Europea
Esattamente. Eunavfor è un gruppo navale cui attualmente partecipano Olanda – che comanda la nostra Task Force – Italia, Germania e Spagna ciascuno con una propria unità navale.

Operate in Oceano Indiano, ma qual è la vostra area di competenza?
Per darle un’idea posso dire che è grande una volta e mezzo l’Europa. Dal mar Arabico alle coste a sud della Somalia, fino a spingersi nel Mar Rosso. Non c’è solo l’operazione Atalanta, ma nella medesima «macro area» anche l’omologa «Ocean Shield» a guida Nato. Come pure vi incrociano navi fornite da numerosi paesi che fanno parte della cosiddetta «Coalition of the willing» (coalizione dei volenterosi). Altri stati come Giappone, Cina, India, Iran scortano direttamente i propri convogli da e verso l’Europa. In tutto almeno 20 stati forniscono supporto alle proprie marinerie su queste rotte.
Una zona dove la pirateria marittima ha imperversato a lungo negli ultimi anni
Ricordo che fu proprio l’Italia nel 2005 tra i primi paesi ad attirare l’attenzione internazionale sul fenomeno della pirateria in questa area geografica. Venne decisa l’operazione «Mare Sicuro» con l’impiego nell’area del Corno d’Africa di una unità navale a livello Pattugliatore di squadra.
Un punto vitale per la navigazione
Solo parlando dell’Italia, il cui traffico commerciale verso l’estero si svolge per oltre il 50% via mare, basterebbe ricordare che ogni anno transitano in quest’area circa 1300 navi italiane. Una media di 3-4 al giorno. E’ una questione anche di tutela della nostra economia.
Torniamo a Nave Zeffiro. E’ partita da Taranto il 16 maggio….
E ha iniziato ad operare nell’area assegnata il 6 giugno. Vi resterà fino al 6 ottobre, quattro mesi esatti, quando a Gibuti verrà rilevata da Nave Libeccio in arrivo dall’Italia.
Il rientro in Patria e l’abbraccio dei 227 membri dell’equipaggio con i propri familiari?
E’ previsto per il 17 ottobre a Taranto
E’ ancora presto per un bilancio definitivo, ma finora quali sono state le vostre principali attività?
La scorta ai mercantili del Wpf, come quella al Dokos di cui lei stesso è stato testimone, come pure missioni di ricognizione in elicottero sulle coste della Somalia – d’intesa con il governo locale – per verificare eventuali punti di partenza di imbarcazioni utilizzabili per atti di pirateria.
A bordo di Nave Zeffiro c’è anche un militare della Guardia Costiera di Gibuti
Un ottimo elemento. Parla almeno cinque lingue, tra cui gibutino, yemenita, somalo, indiano. Oltre naturalmente all’italiano che ha rapidamente appreso vivendo con noi giorno e notte. E’ un elemento prezioso per quelli che noi chiamiamo “friendly approach”.
Un approccio amichevole, con chi?
Quando intercettiamo un barcone in navigazione, che magari non dispone della radio o comunque non risponde, è compito del militare gibutino interrogare gli occupanti a distanza con un apposito altoparlante amplificato collocato in zona plancia. Poi se le condizioni di sicurezza lo consentono (come ad esempio nel caso di semplici pescatori) una nostra imbarcazione raggiunge il natante: è li che il militare gibutino, assistito dalla nostre forze di sicurezza, intrattiene gli occupanti fornendo indicazioni su quello che la nostra nave sta svolgendo anche per la loro sicurezza. Al termine viene lasciato loro un pacco «di amicizia» con generi alimentari, oltre a utili informazioni su come contattarci in caso di necessità.
Il vostro compito è anche di pattugliamento.
Certamente. Soprattutto in quelle rotte chiamate Irtc (International Recommended Transit Corridor) dove le navi sono invitate a transitare per avere più sicurezza contro attacchi di pirateria.
Siete in contatto con le navi italiane?
24 ore su 24 fornendo indicazioni su rotte ed eventuali criticità. Non più tardi di oggi abbiamo ricevuto una segnalazione che su un nostro mercantile c’era una persona che necessitava di urgente assistenza sanitaria. Eravamo troppo lontani per raggiungerli, almeno mille chilometri, ma li abbiamo messi in contatto con il nostro medico di bordo che via radio ha prestato le prime indicazioni del caso. Fortunatamente la situazione si è normalizzata e la persona si è ripresa. Nel frattempo abbiamo anche allertato la nostra task force di Eunavfor perché la nave più vicina potesse raggiungere più celermente possibile il mercantile italiano e prendersi cura del nostro connazionale.
Le soste nei porti sono un’opportunità per conoscere e farsi conoscere
Per l’equipaggio è la giusta pausa dopo una media di due settimane circa di navigazione. Per il comandante ed il suo staff un’occasione anche per incontri istituzionali. In Oman e in Tanzania abbiamo ricevuto la visita degli Ambasciatori d’Italia. A Mascate in Oman mi sono incontrato inoltre con il Comandante della Marina omanita e con il vice comandante della Guardia Costiera.
Cosa ricorderete maggiormente di questa missione al vostro rientro?
La vita in mare è fatta di tanti momenti che è difficile dimenticare. Sicuramente una tappa importante è stata la sosta a Dar Es Salaam in Tanzania, dove ci siamo incontrati con la comunità Kawe gestita dalle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea. Siamo stati accolti con festa dai piccoli orfani e dagli alunni della scuola. Quello che abbiamo portato loro (medicinali, vestiti, giocattoli e generi alimentari raccolti spontaneamente dall’equipaggio prima della partenza da Taranto) è niente in confronto al loro sorriso e alla carica umana che ci hanno regalato.
(8 – FINE)
APPUNTI FOTOGRAFICI DA NAVE ZEFFIRO – 3
[widgetkit id=30822]
ARTICOLI CORRELATI
09 set 2013 – Antipirateria, diario di bordo da Nave Zeffiro
10 set 2013 – Di pattuglia in elicottero sull’oceano a caccia di pirati
11 set 2013 – Professione marinaio, a 20 anni
12 set 2013 – Antipirateria, Marò e Gos in azione su Nave Zeffiro
14 set 2013 – Missione Atalanta: rifornimento da 130 mila litri in mezzo al mare
15 set 2013 – La medaglia dell’Operazione Atalanta a 188 marinai italiani (VIDEO-FOTO)
16 set 2013 – Con Nave Zeffiro verso la Somalia sulla rotta dei pirati
