Fiorentina, Vargas non basta: con il Parma finisce 2-2
FIRENZE. Un primo tempo da incubo e una ripresa da grande squadra nonostante la perdita di Rossi, anche lui infortunato in questo inizio di stagione maledetto per i ko dei giocatori più importanti. Alla Fiorentina non basta però per vincere una gara incredibile, che finisce 2-2 per la zuccata dell’ex Gobbi che, complice anche un’indecisione di Neto, a un soffio dal termine trova l’insperato pareggio per il Parma su cross di Biabany.
Dopo il gol di Gargano che fa chiudere meritatamente la prima frazione in vantaggio agli ospiti, Montella nell’intervallo ridisegna la squadra: l’ingresso di Vargas pare la mossa vincente perché Rodriguez e lo stesso peruviano ribaltano il risultato ma al 92′ il Franchi viene letteralmente gelato da uno dei tanti ex dell’incontro. Sono cinque (Marchionni, Felipe, Lucarelli e Munari) ma è il terzino sinistro l’uomo decisivo.
Già all’inizio si capisce subito che sarà una serata difficile: ci vogliono un salvataggio in extremis di Rodriguez su Palladino e un volo plastico dello stesso estremo difensore brasiliano per disinnescare una parabola velenosa direttamente da calcio d’angolo di “Fantantonio” per mantenere inviolata la porta viola. Che rischia di capitolare anche quando Marchionni pesca Parolo solo in piena area: efficace anche in questo caso l’uscita di Neto.
La prima vera occasione del match capita però al solito Pepito Rossi al 22′: imbeccato da Roncaglia, l’ex Villareal può incornare da solo da 5 metri ma manda incredibilmente a lato. Ma il Parma è vivo più che mai: neppure un altro giro d’orologio e, complice un errato disimpegno di Rodriguez, Palladino può calciare dal dischetto: Neto è ancora una volta bravo ad opporsi.
Ma per i viola pare proprio un’altra serataccia. La conferma arriva al 34′ quando Pepito Rossi è costretto ad abbandonare il campo per un problema muscolare. L’incubo di Montella – uno stop anche del suo giocatore migliore dopo i guai fisici dei vari Gomez, Cuadrado e Pasqual – dunque si materializza.
L’esordio di Ante Rebic è il tentativo dell’allenatore di rianimare i suoi, ma in pieno recupero del primo tempo il Parma passa meritatamente in vantaggio. Tutto solo al limite dell’area, Gargano ha il tempo di girarsi e battere rasoterra: il suo tiro non sarebbe granché ma incoccia il corpo di Savic che mette fuori causa Neto. Nonostante lo svantaggio, al rientro negli spogliatoi la Fiesole incita i propri beniamini.
Il tecnico viola non sa più che pesci prendere e decide di far esordire anche Vargas che avvicenda Volski. E’ la mossa chiave della partita. Strana la vita, da ingombrante esubero il peruviano viene accolto come il salvatore della patria e fa subito il pieno di applausi per un paio di buone iniziative ovviamente sulla sinistra, un tempo suo territorio di caccia. Salvo poi raccogliere addirittura standing ovation quando stoppa in piena area un pallone vagante e poi fulmina Mirante con una sassata mancina per il 2-1 per quello che pareva il gol decisivo.
Nella ripresa la Fiorentina appare infatti trasformata e, pur concedendo qualche inevitabile contropiede, stringe d’assedio i gialloblù in area di rigore. Ad avere subito un’occasione nitida è Alonso, il sostituto di Pasqual che fin lì aveva combinato quasi esclusivamente danni. Il suo sinistro al 17′ pare vincente ma in qualche modo Mirante si oppone e riesce a mettere in angolo.
E proprio dalla bandierina arriva il sospirato pareggio. La parabola arcuata sul primo palo disegnata da Borja Valero viene corretta perfettamente dall’incornata vincente del “solito” Gonzalo, difensore con il vizietto del gol, al secondo centro stagionale dopo quello in Coppa.
Lo stadio s’infiamma e spinge i viola: a Montella è rimasto un solo cambio e se lo gioca inserendo il rientrante Cuadrado, che va a fare il terzino, per Roncaglia, graziato poco prima dall’arbitro che non vede un suo accenno di gomitata. Ma la direzione di Massa di Imperia è insufficiente in generale: ha finito per scontentare entrambe le squadre.
A mettere tutti d’accordo ci ha pensato, invece, Vargas con il suo siluro al 33. Peccato che il peruviano giovedì in Ucraina in casa del Dnipro non ci sarà perché, al pari di Rebic, non inserito nella lista Uefa: avrebbe fatto comodo. Strano davvero il calcio: da separato in casa perennemente sul mercato a uomo rimpianto.
Ma anche un po’ “maledetto” perchè quando tutto è pronto per la festa, Rebic perde palle, Biabiany va via sulla destra, Neto si limita ad osservare il suo cross dalla linea di fondo: sul secondo palo arriva Gobbi che la mette dentro a porta sguarnita e poi quasi si vergogna ad esultare in quello che è stato il suo stadio. Ma stasera ha fatto perdere altri due punti alla Fiorentina, che è già 7 punti più in basso della capolista Roma.