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Il monumento ai Carabinieri martiri di Fiesole

Ricordati i Carabinieri martiri di Fiesole uccisi nel 1944 dai tedeschi

Il monumento ai Carabinieri martiri di Fiesole
Il monumento ai Carabinieri martiri di Fiesole

FIESOLE – Ricordato stamani a Fiesole il sacrificio dei tre giovani carabinieri uccisi il 12 agosto 1944 durante la ritirata delle truppe tedesche dopo la liberazione di Firenze. Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, poco più che ventenni, mentre cercavano di attraversare le linee nemiche per raggiungere il loro comandante, furono informati da un esponente della Curia vescovile che i tedeschi li stavano cercando e che avevano 10 civili in ostaggio. Spontaneamente tornarono indietro consegnandosi ai tedeschi, che dopo poche ore li fucilarono. Gli ostaggi furono poi liberati alla fine del mese di agosto, dopo che il reparto tedesco aveva lasciato Fiesole diretto a nord.

Alla cerimonia di stamani, a 69 anni dall’eccidio, erano presenti, tra gli altri, il vice prefetto vicario di Firenze Antonio Lucio Garufi, il questore Francesco Zonno, il sindaco di Fiesole Fabio Incatasciato, accolti dai generali Aldo Visone e Alberto Mosca, comandanti della Scuola Marescialli e della Legione Carabinieri Toscana, nonché dai vertici dell’Arma di Firenze. Una messa è stata officiata nella cattedrale, cui è seguita la deposizione di una corona sul cippo che ricorda il sacrificio dei tre giovani carabinieri sul colle di San Francesco.

Questa la motivazione della medaglia d’oro alla memoria che venne concessa a ciascuno dei tre militari: «Durante la dominazione nazifascista, teneva salda la tradizione di fedeltà alla Patria prodigandosi nel servizio ad esclusivo vantaggio della popolazione e partecipando con grave rischio personale all’attività del fronte clandestino. Pochi giorni prima della liberazione, mentre già al sicuro dalle ricerche dei tedeschi si accingevano ad attraversare la linea di combattimento per unirsi ai patrioti, veniva informato che il Comando germanico aveva deciso di fucilare dieci ostaggi, nel caso egli non si fosse presentato al Comando stesso entro poche ore. Pienamente consapevole della sorte che lo attendeva, serenamente e senza titubanza la subiva perché dieci innocenti avessero salva la vita. Poco dopo affrontava con stoicismo il plotone di esecuzione tedesco ed al grido “Viva l’Italia” pagava con la vita il sublime atto di altruismo. Nobile esempio di insuperabili virtù militari e civili».

 

carabinieri


Sandro Addario

Giornalista

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