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Il processo di Grosseto per il naufragio della Concordia

Concordia, testimone: «Comunicai l’allagamento della nave ma calma in plancia»

Il processo di Grosseto per il naufragio della Concordia
Il processo di Grosseto per il naufragio della Concordia

GROSSETO – «Avvertii la plancia che il Dg1, Dg2 e i locali Pem erano allagati e l’acqua stava salendo velocemente, ma il comandante in seconda, Roberto Bosio, mi rispose con calma impressionante». Questo è il racconto dell’ufficiale Giovanni Iaccarino nel video che ha simulato quanto accaduto la sera del 13 gennaio 2012. «In una quindicina di minuti -ha riferito- comunicai la situazione alla sala di comando».

Nel video che ha ricostruito l’operato di Iaccarino, l’ufficiale aggiunge: «in dieci minuti avevamo capito cosa stava succedendo: che i generatori erano fuori uso e che imbarcavamo acqua. Ma, dal ponte di comando, non ordinavano niente. Sotto eravamo meravigliati. Allora decisi di andare a poppavia per avere un quadro ancora più completo».

«Le pompe d’emergenza? Tutto spento, non funzionava nulla»: così racconta Iaccarino nel video proiettato in aula e girato a bordo della gemella Costa Serena spiegando le ispezioni rapide che fece agli impianti della Concordia dopo l’urto con gli scogli. «C’era solo la luce di emergenza e mentre facevamo questo controllo avviene una sbandata fortissima -prosegue- A quel punto dico agli altri con me che era pericolosissimo, che dobbiamo andare via. Vado al telefono e comunico a Canessa -ha aggiunto riferendosi all’ufficiale cartografo- la situazione riepilogando i danni ai motori e dicendo che anche le pompe d’emergenza sono note. Gli dico ‘E’ tutto spento, non c’è più niente da fare».

«E se qui allaga? Dobbiamo portar via il belin (dobbiamo andarcene): mi ricordo questo commento, in dialetto genovese, di un ufficiale di macchina durante una discussione circa due mesi prima quando fu fatta un’esercitazione a bordo della Costa Concordia, simulando la rottura di un portellone a poppa per un colpo di mare, quindi un allagamento». Lo ha detto Iaccarino, nelle varie testimonianze rese ai pm e riportate anche in un lungo filmato a bordo della nave gemella Costa Serena girato nel 2012. C’era anche Schettino col gruppo di ufficiali di bordo in quella simulazione ricordata da Iaccarino.

Alle 22.04 del 13 gennaio 2012, ovvero 22 minuti dopo l’urto, gli altoparlanti della Concordia comunicarono che la nave aveva solo un problema di black-out. «Gentili passeggeri -annunciò la voce fatta sentire oggi in aula- abbiamo avuto un problema al generatore. I nostri tecnici stanno lavorando e la situazione è sotto controllo. Preghiamo di mantenere la calma. La situazione sarà ripristinata appena possibile».

«Scesi ai ponti inferiori e di corsa feci i controlli in sala macchine. Vidi che i  generatori diesel 1, 2 e 3, la centrale elettrica e i Pem, i propulsori elettrici della nave, alimentati dai generatori a diesel, erano allagati. Dentro di me ebbi la sensazione che la nave era persa. Dissi la situazione per telefono a Canessa, l’avrebbe detto al comandante. La situazione era grave» dice il testimone Giovanni Iaccarino nel video che i pm stanno presentando al processo relativo a un sopralluogo sulla nave gemella Costa Serena dove l’ufficiale ricostruì, con gli stessi pm, le varie fasi del naufragio, prima e dopo l’urto. I controlli furono fatti undici minuti dopo l’urto. Iaccarino nella sua frenetica ispezione in sala comando macchine e nei compartimenti vicini vide che dall’altra parte delle paratie c’era il mare e si convinse che anche i generatori diesel 4, 5 e 6 erano allagati e perduti. Mentre l’ufficiale scendeva i ponti ci fu un blackout, c’erano solo luci di emergenza. «L’acqua saliva senza fermarsi» ha detto ancora Iaccarino nel video.

Concordia, isola del giglio, naufragio, processo, scehttino


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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