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E-Vasione, spettacolo teatrale al Carcere di Sollicciano

Teatro in carcere: successo a Sollicciano per «E-vasione»

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FIRENZE – E, come evasione. «Un’evasione spirituale dell’uomo che lo porta a pensare da uomo libero» commenta Philippe Talard al termine del suo applaudito recital nel teatro del carcere di Sollicciano. Un nome azzardato per una produzione all’interno di un penitenziario ma di successo.

Nasce così «E-vasione» con un cast d’eccezione: i 24 detenuti-attori della Compagnia di Sollicciano affiancati da artisti professionisti. Dall’attrice Laura Bandelloni alla ballerina Ana Arroyo, dal mezzo soprano Ariana Vafadari al violoncellista André Mergenthaler.

Un’interazione continua tra musica, danza, recitazione che ha come obiettivo di aprire una finestra sul mondo carcerario, testimoniando momenti di vita reale dietro le sbarre alternati ad altri più riflessivi e spirituali. La mimica e gli sguardi degli attori detenuti riflettono meglio di tante parole il loro vivere quotidiano in attesa di poter saldare il proprio conto con la giustizia e riacquistare la libertà. Parola costantemente inframezzata durante tutta la recita.

Al termine, tra gli applausi, inevitabile la ricerca in mezzo al pubblico dello sguardo del familiare o della persona amica, venuta apposta per un saluto e possibilmente un abbraccio. Sotto lo sguardo vigile ma tollerante degli Agenti della Polizia penitenziaria.

Lo spettacolo si conclude stasera martedì 30 ottobre (ore 21) dopo due repliche consecutive. Ieri sera c’erano circa 250 persone del pubblico. Sala esaurita dove si può accedere gratuitamente, con offerte libere che sono devolute ai detenuti partecipanti.

Nella prima fila, molto soddisfatto della realizzazione, il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria Carmelo Cantone con il presidente del Tribunale di Firenze Enrico Ognibene, il presidente del Tribunale di sorveglianza Antonietta Fiorillo, il direttore della casa circondariale di Sollicciano Oreste Cucurri.

«Un’emozione per tutti aver lavorato insieme per due mesi alla preparazione dello spettacolo» racconta al termine Andrea Baker che ha collaborato alla produzione. «Dal 1 settembre, tutti i giorni per tre ore gli attori sono stati impegnati con le prove. Molti di loro non si conoscevano neppure perché provenienti da sezioni diverse della casa circondariale. Hanno messo tutti il massimo impegno e al tempo stesso hanno stretto nuove amicizie». Per loro, nel lento scorrere delle ore in un penitenziario, tutto questo è un valore.

 

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Sandro Addario

Giornalista

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