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La piana pistoiese allagata

Toscana, Rossi: «Servono 100 milioni l’anno per il rischio idraulico»

La piana pistoiese allagata
La piana pistoiese allagata

FIRENZE – «Lavorare e investire un po’ tutti gli anni, almeno un centinaio di milioni di euro come la Regione sta facendo dal 2011 ad oggi. Così potremo davvero dare una svolta alla situazione». Il presidente Enrico Rossi ha scelto il 4 novembre, data  dell’anniversario dell’alluvione del 1966, per fare il punto delle attività regionali per la prevenzione del rischio idraulico e per annunciare una misura di protezione civile: l’acquisto di un sistema di argini gonfiabili che consentirà una protezione di Firenze e di altre località toscane nei momenti di emergenza.

«La nostra svolta in materia di prevenzione primaria -ha ricordato il presidente Rossi- comincia da due leggi, la legge n.2, con la quale, a partire dal 28 dicembre del 2011, abbiamo vietato le edificazioni nelle zone ad alto rischio idraulico, circa 1000 chilometri quadrati di Toscana, il 7% del territorio pianeggiante regionale; e la legge n.35, del 1° agosto 2011, con cui abbiamo sbloccato in meno di tre anni 160 milioni di euro che, destinati a finanziare opere strategiche, non erano ancora stati spesi. A queste risorse abbiamo poi aggiunto 150 milioni per opere di messa in sicurezza che si sono rese necessarie in seguito alle alluvioni che in questi anni hanno colpito la Toscana e altri 40 milioni dal bilancio regionale. Abbiamo dunque tenuto un ritmo di investimenti di oltre 100 milioni l’anno. Se lo manterremo modificheremo in maniera significativa la sicurezza nel nostro territori. Prevediamo di sbloccare altri 57 milioni, sempre utilizzando la legge 35 che ci consente di intervenire sugli enti che non riescono a spendere con azioni di monitoraggio, di stimolo e impulso, accordi dove è possibile, diffide e commissariamenti dove è necessario, come abbiamo fatto nel caso delle casse di espansione di Figline e dei Renai. A questi aggiungeremo altri 50 milioni dal bilancio regionale».

«Su scala nazionale a livello idrogeologico bisognerebbe correre ed invece mi pare  davvero che i super burocrati del ministero dell’economia che, ci hanno consegnato la bozza della legge di stabilità, non se ne rendano conto». Lo ha detto il sottosegretario alle Infrastrutture Erasmo DAngelis. «Di fronte ad un paese dove  circa l’80% dei comuni è in dissesto idrogeologico -ha detto D’Angelis- dove ogni piccola alluvione, come eè accaduto in Toscana, provoca danni per trenta, quaranta, cento milioni di euro, nella legge di stabilità qualcuno ha scritto trenta milioni per tutta l’Italia per il 2014, più altri cinquanta nel 2015. Così non si va da nessuna parte. Se le cifre sono queste non ce lo possiamo permettere di fronte ad un cambiamento ambientale che produce eventi che non sono più estremi purtroppo ma sono ordinari. Credo che la più importante opera pubblica che dobbiamo realizzare è la messa in sicurezza da frane ed alluvioni».

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Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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