Via la seconda rata Imu, ma è mazzata sulla benzina

FIRENZE – Il governo sta studiando una serie di misure che trasferiscono altrove il peso dei 2,4 miliardi Imu che mancheranno all’appello. L’aumento degli acconti Ires e Irap per banche e assicurazioni oltre il 120% potrebbe essere esteso a tutte le imprese. E visto che i comuni premono per avere comunque il gettito, la differenza sarebbe di circa 500 milioni, si rischia che scatti la clausola di salvaguardia che prevede un immediato aumento delle accise sui carburanti.
Prezzi dei carburanti stabili mentre si continua a parlare di clausole di salvaguardia sull’incremento delle accise a fronte di necessità di coperture economiche da parte del Governo. Con mercati internazionali di nuovo sostanzialmente stabili e margini lordi affatto penalizzanti, gli operatori hanno deciso di mantenere invariati i prezzi raccomandati. Le medie nazionali della benzina e del diesel sono adesso rispettivamente a 1,780 e 1,710 euro/litro (Gpl a 0,805). Le punte in alcune aree sono per la verde fino a 1,830 euro/litro, il diesel a 1,743 e il Gpl a 0,832.
Resta in piedi l’ipotesi di far pagare l’imposta su terreni agricoli e fabbricati rurali anche se continua il pressing di Nuovo centrodestra e Forza Italia che chiedono di esentare anche il comparto agricolo, operazione che porterebbe il costo della misura da 2 a 2,4 miliardi. Il Tesoro vuole escludere dal pagamento solo abitazioni principali e case popolari.
Il governo è intenzionato ad accelerare anche sulla vendita degli immobili pubblici. Nel decreto potrebbe confluire una norma che velocizza la vendita alla Cdp dei 500 milioni di immobili pubblici annunciata, che serve a garantire il rispetto del tetto del 3% del deficit/Pil.
Sul tavolo del Cdm sta per arrivare anche il decreto che avvia il processo di rivalutazione delle quote della Banca d’Italia da cui il Tesoro si aspetta un beneficio per l’Erario al massimo di 1,2 miliardi.
