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Controllo notturno in piazza Santa Croce a Firenze

Meno poliziotti, meno sicurezza

Controllo notturno in piazza Santa Croce a Firenze
Controllo notturno in piazza Santa Croce a Firenze        (foto Firenze Post)

Il capo della Polizia, Alessandro Pansa, ha recentemente dichiarato – intervenendo ad un congresso sindacale di funzionari della Polizia di Stato – che la contrazione di personale subita dal Corpo e quella ulteriore che avverrà nel 2014 non potrà che far «diminuire il servizio di sicurezza reso ai cittadini». «Non è pensabile – ha detto – che noi possiamo offrire lo stesso servizio di sicurezza al cittadino che offrivamo qualche anno fa, con 15.000 poliziotti, 15.000 carabinieri e migliaia di finanzieri in meno». Affermazioni insolite per il massimo responsabile della pubblica sicurezza e comunque preoccupanti. Ad ogni modo franche e trasparenti e dunque, anche solo per questo, apprezzabili.

IL CASO FIRENZE – A fronte di questa situazione i Fiorentini avrebbero poi titolo ad essere tra i più turbati, avendo nell’ occasione appreso dal dottor Enzo Letizia, Segretario generale dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, che il capoluogo toscano è la città, tra quelle di maggiori dimensioni, dove nel 2012 si è registrato l’ incremento più marcato di delitti (+9,2%) rispetto all’ anno precedente. In particolare, sempre secondo i dati forniti da quel responsabile sindacale, a Firenze sono cresciuti del 100% gli omicidi volontari, del 16% i furti in abitazione, del 50% le rapine in banca.

EFFICIENZA – È evidente che i tagli al bilancio vanno ormai ad intaccare il livello di efficienza riguardante l’ espletamento di funzioni che, per una compagine statale, hanno carattere vitale. Un allarme espresso a così alto livello immaginiamo dovrebbe determinare un sussulto in chi detiene il potere delle decisioni, non tanto per assumere provvedimenti estranei al nostro sistema giuridico, ma, quanto meno, per interrompere il trend illustrato dal Prefetto Pansa. Un trend che è suscettibile di condurre l’Italia verso un deficit di sicurezza tale da pregiudicare la coesione sociale che non può non essere alla base di ogni aggregazione statale.

PIÙ COORDINAMENTO – In realtà l’unica proposta che trova spazio nelle poche prese di posizione scaturite dalle comunicazioni del Capo della Polizia è quella di migliorare il coordinamento tra i vari attori della sicurezza. Con buona pace per l’ingorgo lessicale, non si capisce chi … potrà coordinare il coordinatore se saranno insufficienti coloro che dovrebbero essere coordinati.

LA POLITICA – Sul piano dell’iniziativa politica non sembra possibile un barlume di ottimismo. I due schieramenti che esprimono il Governo sono presi da ben altre problematiche. Il terzo partito, il movimento di Grillo, nemmeno accennava al tema sicurezza nel suo programma elettorale. Ma quand’anche si profilasse l’adozione di qualche misura concreta – idonea a restituire alle forze di polizia pienezza di operatività come pure adatta a recepire emergenti disponibilità di gruppi o categorie a fare sistema con apparati istituzionali – non sarebbe facile superare una permanente e pervicace ostilità di quei settori della cultura dominante e tuttora determinante (anche se non maggioritaria) che fino a poco tempo fa attribuiva il significato di militarizzazione del territorio all’istituzione di un nuovo commissariato di Polizia o di una nuova stazione Carabinieri.

DISARMO DELLO STATO – Quella cultura che non esita anche oggi a chiamare ronde, con tono sprezzante, mere aggregazioni di cittadini che vorrebbero solo tutelare i monumenti della propria città e, magari, anche le loro legittime proprietà. Quella cultura del disarmo unilaterale dello Stato che, tra le firme dell’odierna Italia, continua a raccogliere le luci della ribalta, a dispetto di coloro che con essa hanno voluto o saputo solo conciliare.

 

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