Quanto preme la sicurezza a Renzi

LA SICUREZZA PUBBLICA SPETTA ALLO STATO – Dopo la recente ed inaudita rapina in pieno giorno alla gioielleria Rolex di Via Tornabuoni, in Consiglio Comunale a Firenze si è tornato a chiedere l’istituzione di un assessorato alla sicurezza, addebitando sostanzialmente al sindaco Renzi scarsa sensibilità sull’ argomento. Ora, pur potendosi attribuire al nostro primo cittadino – fortemente distratto dai ruoli assunti sullo scenario politico nazionale – varie e non marginali disattenzioni o responsabilità in merito a numerose problematiche fiorentine, sarebbe bene che nessuno dimenticasse che il mantenimento dell’ ordine e della sicurezza pubblica spettano allo Stato e non al Comune. Sono pertanto il Prefetto, il Questore ed i comandanti dei Carabinieri e della Guardia di Finanza che, a vario titolo, hanno prioritariamente il compito di organizzare la prevenzione e la risposta in ordine ad ogni forma di criminalità e di delinquenza.
CONFUSIONE DI COMPETENZE – Non dubitiamo che le prese di posizione in Consiglio comunale trovino motivazione in una generosa propensione ad affrontare un problema pressante e vissuto sulla propria pelle da vasti strati della cittadinanza ma, purtroppo, notevolmente trascurato sia nel dibattito politico nazionale sia nelle sedi decisionali governative, ove si è assai più drammaticamente presi dalle necessità finanziarie per assicurare quanto più possibile il mantenimento del sistema. E tuttavia la confusione in tema di competenze sulla sicurezza pubblica è molto diffusa, ben al di là di un dibattito cittadino. È sicuramente conseguenza del ruolo crescente che il sindaco ha assunto nell’ordinamento e che lo ha reso sempre più il principale se non l’ unico interlocutore riconosciuto dalla gente su ogni problematica di rilevanza pubblica.
I SINDACI SE NE VOGLIONO OCCUPARE – Nonostante la normativa non attribuisca loro poteri di particolare rilievo nella specifica materia, se non funzioni meno determinanti rispetto agli organi prefettizi e di polizia, i sindaci non si sono sottratti all’ occasione di poter guadagnare maggior visibilità occupandosi di sicurezza pubblica, ritenendo di poter cavalcare campagne politicamente redditizie e magari anche di accrescere il peso e le dimensioni delle polizie locali. Ma non di rado hanno finito per trovarsi esposti su situazioni per affrontare le quali non hanno attribuzioni decisive e, men che meno, mezzi efficaci.
SOSTENERE LE FORZE DI POLIZIA – La questione va dunque posta diversamente: per combattere il crimine serve l’incisività delle forze di polizia, che pure appaiono professionalmente all’altezza, ma non sufficientemente sostenute né sul piano del trattamento loro riservato né per quanto concerne gli strumenti a loro disposizione. A partire dalle normative vigenti che tra indulti, buone condotte, garanzie varie ed espulsioni impossibili assai spesso consentono che si vanifichi l’impegno di coloro che, anche con rischio personale, sono riusciti ad assicurare alla giustizia gli autori dei reati.
MA A RENZI PREME LA SICUREZZA? – Allora a Renzi non è indispensabile chiedere un assessorato alla sicurezza. Piuttosto si dovrebbe pretendere che egli spieghi perché da neosegretario di un partito nazionale ha elencato alcune priorità su cui intervenire, ma tra queste non ha menzionato la sicurezza, che evidentemente non considera un‘ emergenza. Così ragionando si potrebbe anche far meglio comprendere cosa si profila per l’ Italia.
