Il Messaggio del capo dello Stato

Messaggio sicuramente inconsueto quello 2013 del Presidente Napolitano, che ha sottolineato come «l’anno che sta per terminare è stato tra i più pesanti e inquieti che l’Italia ha vissuto da quando è diventata Repubblica». È un messaggio che ha voluto puntare su prospettive positive, quello del Presidente, pur non nascondendo le difficoltà che ancora dovremo affrontare e superare. Ha chiesto soprattutto un cambio di passo alla classe politica, a quella classe politica che deve smettere di bisticciare e dividersi su tutto, e che deve trovare invece forme appropriate di confronto e di dialogo. Il Presidente della Repubblica ha innovato completamente tradizioni decennali e ha proposto una sintesi di sue risposte alle lettere dei cittadini in difficoltà. Napolitano ha preso perciò spunto dalla lettera di un cittadino che sosteneva: «non possiamo essere solo noi a fare sacrifici, che comincino anche i politici», per spronare il parlamento ad approvare alla svelta le misure in materia di abolizione delle province e di finanziamento pubblico ai partiti.
CAMBIAMENTI Nella politica, nelle istituzioni e nei rapporti sociali sono necessari «forti cambiamenti», ha detto, spiegando di trovare negli attestati della gente gli «stimoli per prospettare, nei limiti dei miei poteri e delle mie possibilità, i forti cambiamenti necessari nella politica, nelle istituzioni, nei rapporti sociali. Ne traggo anche la convinzione che ci siano grandi riserve di volontà costruttiva e di coraggio su cui contare». Il Presidente non ha nascosto i timori: «Sarebbe dissennato disperdere i benefici del difficile cammino compiuto. I rischi già corsi si potrebbero riprodurre nel prossimo futuro: è interesse comune scongiurarli ancora».
PERICOLI «Penso – ha proseguito- ai pericoli, nel corso del 2013, di un vuoto di governo e di un vuoto al vertice dello Stato: pericoli che non erano immaginari e potevano tradursi in un fatale colpo per la credibilità dell’Italia e per la tenuta non solo della sua finanza ma del suo sistema democratico. Quei pericoli sono stati scongiurati nel 2013, sul piano finanziario con risultati come il risparmio di oltre 5 miliardi sugli interessi da pagare sul nostro debito pubblico». Si deve porre termine «a un abnorme ricorso, in atto da non pochi anni, alla decretazione d’urgenza e a votazioni di fiducia su maxiemendamenti», garantendo ciò con modifiche costituzionali e regolamentari, confronti lineari e tempi certi in parlamento per l’approvazione di leggi di attuazione del programma di governo.
CRITICHE In conclusione una risposta alle critiche di cui è stato oggetto: «Nessuno può credere alla ridicola storia delle mie pretese di strapotere personale. Sono attento a considerare ogni critica o riserva obiettiva e rispettosa circa il mio operato. Ma in assoluta tranquillità di coscienza vi dico che non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, ingiurie e minacce. Resterò presidente fino a quando la situazione del Paese e delle istituzioni me lo farà ritenere necessario e possibile e fino a quando le forze me lo consentiranno, fino ad allora e non un giorno di più, e dunque di certo solo per un tempo non lungo». Il capo dello Stato ha così concluso: «confido, così facendo, nella comprensione e nel consenso di molti di voi. Spero di poter vedere nel 2014 decisamente avviato un nuovo percorso di crescita, di lavoro e di giustizia per l’Italia e almeno iniziata un’incisiva riforma delle istituzioni repubblicane».
GRILLO In contemporanea Grillo ha tenuto sul web il suo atteso controdiscorso che non è stato però contraddistinto da attacchi e toni volgari. Il comico genovese ha ribadito che il suo movimento chiederà l‘impeachement per Napolitano e ha sostenuto che la risposta alla situazione attuale deve darla il popolo col responso delle urne: «Si torni subito al voto col Mattarellum, anche la Cassazione ha bocciato l’attuale legge elettorale. Questo parlamento di nominati che hanno tratto beneficio dal Porcellum non ha l’autorità per definire una nuova legge elettorale. Si deve ripristinare la legge precedente, il Mattarellum, e andare alle elezioni. Il nuovo Parlamento discuterà la nuova legge. Non si può chiedere a dei ladri di fare una legge sui furti».
Rispetto alle attese il Presidente Napolitano, che è apparso provato e stanco per l’intenso e gravoso impegno di quest’ultimo anno, ha rivolto un messaggio “leggero” e moderno, che ha sottolineato però chiaramente le difficoltà da affrontare e le prospettive non immediate di uscire dalla situazione attuale. E affermando che il suo impegno probabilmente non durerà ancora a lungo ha nuovamente chiesto un deciso cambio di passo alla politica che deve porre in atto, con il maggior consenso possibile, le indispensabili riforme per cercare di riacquistare credibilità nei confronti del popolo italiano.

paolo
Anche il presidente ha certamente le sue esigenze….il costo della vita è aumentato anche per lui…..Comunque non si capisce perchè nel suo bel discorso sottolinei che c’è un “abnorme ricorso alla decretazione d’urgenza”: lo dovrebbe rinfacciare al suo pupillo, il sig. Letta, e al suo partito, che approva i decreti con quel sistema. e non ai poveri cittadini indifesi.
alessia
in questo momento seppure triste,rivolgiamo il nostro pensiero a chi sta peggio,il NOSTRO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA,per tirare avanti,ha DOVUTO aumentarsi lo stipendio di miseri 9.000€……ce la farà poveretto con soli 289.000€ all’anno?